Rileggiamo il documento sull’Università Negativa, stilato nell’autunno ’67 a Trento

“Università e società
Oggi, di fatto, l’università strutturalmente si pone come una organizzazione la cui funzione è quella di soddisfare gli svariati bisogni tecnici della società. L’università fornisce gli strumenti aggiornati (tecnici) per mettere sempre più a punto l’organizzazione del dominio di una classe sulle altre classi. L’apparato tecnologico, così potenziato, può finalmente sostituirsi al “Terrore” nel domare le forze sociali centrifughe e fornire alla classe sociale che ne dispone una superiorità immensa sul resto della società….”
Queste parole – a mio avviso ancora attuali e condivisibili, sia pure coi dovuti aggiustamenti – vengono da molto lontano nel tempo: si tratta infatti del primo paragrafo del Manifesto per una Università Negativa, stilato nell’autunno del 1967 dagli studenti del Movimento per una Università Negativa di Trento, tra cui troviamo molti dei protagonisti della lotta armata delle Brigate Rosse, negli anni successivo: due tra tutti, Renato Curcio e Mara Cagol.
Credo che riproporne il testo possa essere cosa utile per chi all’epoca non c’era ma anche per chi, non avendo rinunciato a lottare contro il sistema capitalista, può trovare elementi di riflessione importanti. 
“Università come strumento di dominio

L’università è uno strumento di classe. Essa, a livello ideologico, ha la funzione di produrre e trasmettere una ideologia particolare – quella della classe dominante – che presenta invece come conoscenza obiettiva e scientifica, e delle attitudini – comportamenti particolari – quelli della classe dominante – che presenta invece come necessari e universali. “
L’analisi prosegue nel paragrafo successivo in cui si affronta un’altro tema di rilevante importanza.
“Università e repressione
Alle volte, però, gli strumenti tecnici non sono sufficienti a mantenere lo status quo. È il caso in cui frange non integrate turbano la quiete manipolata dell’universo politico. Nell’università viene negato agli studenti il diritto di esprimersi sui problemi fondamentali (e non) della politica nazionale ed internazionale […] REPRESSIONE E VIOLENZA sono il tessuto connettivo della nostra società. Ma noi formuliamo come ipotesi generale che vi sia ancora la possibilità concreta di un rovesciamento radicale del sistema a capitalismo maturo attraverso nuove forme di lotta di classe interna ed esterna (nazionale ed internazionale) e lanciamo l’idea di una UNIVERSITA NEGATIVA che riaffermi nelle università ufficiali ma in forma antagonistica ad esse la necessità di un pensiero teorico, critico e dialettico, che denunci ciò che gli imbonitori mercenari chiamano “ragione” e ponga quindi le premesse di un lavoro politico creativo, antagonista ed alternativo. “
“Contestazione politica
… Solo il rovesciamento dello stato permetterà una reale ristrutturazione del sistema d’insegnamento […] Lo studente deve quindi, al di là del suo status, agire, in una prospettiva di lungo periodo, per la formazione (stimolazione) di un movimento “rivoluzionario” delle classi subalterne, che si esprima nella forma organizzativa più adeguata al nuovo tipo di lotta che si deve condurre. Noi abbiamo individuato l’Università Negativa come luogo di integrazione politica e analisi critica dell’uso degli strumenti scientifico-tecnici proposti dallo strato intellettuale della classe dominante nelle nostre università. Ad un uso capitalistico della scienza bisogna opporre un uso socialista delle tecniche e dei metodi più avanzati.
Forme di contestazione ideologica
… La contestazione ideologica si esplica in forme diverse: a) Controlezioni e occupazioni bianche. Le controlezioni si tengono di regola, alla stessa ora delle lezioni ufficiali, su argomenti di insegnamento universitario, e tendono a sottrarre a queste, quando lo si ritenga opportuno, la totalità dell’uditorio… b) Controcorsi: forme più organiche di contestazione, con finalità meno immediate e spettacolari, che consistono in una piú profonda e consapevole socializzazione politica di studenti già precedentemente sensibilizzati.”
L’ultimo punto del documento chiarisce infine il ruolo dell’università.
“Contestazione sindacale
… Vorremmo infine aggiungere […] che il nostro interesse per il movimento studentesco non implica evidentemente una sopravvalutazione dello stesso. Il corpo studentesco non può, a nostro avviso, in alcun modo essere considerato alla stregua di una “classe,” i cui interessi siano oggettivamente e potenzialmente antagonistici alla attuale formazione economico-sociale… Consideriamo quindi l’università sì un centro di lotta, ma non il solo, né il principale, comunque non sottovalutabile poiché in essa prende corpo l’operazione livellatrice programmata dal capitale… Un modo per opporsi a questa operazione è il tentativo, portato avanti con gli strumenti da noi individuati, di “sottrarre” al flusso tecnocratico potenziale forze antagonistiche (ANTIPROFESSIONISTI) per affiancarlo non episodicamente alle altre forze antagonistiche della nostra società.

Per questo avanziamo il progetto di una UNIVERSITA’ NEGATIVA, che esprima in forma nuova nelle università italiane quella tendenza rivoluzionaria che sola potrà condurre la nostra società dalla “preistoria” alla STORIA .“

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