La riforma Fornero, bomba ad orologeria che aggredisce gli ultimi degli ultimi!

Penso sia doveroso far conoscere il contenuto  dell’articolo di ieri di contromaelstrom che ripropongo integralmente, compresa la trasmissione di RadiOndaRossaLa Conta che, tra le altre cose, ha trattato questo argomento.

 

La riforma Fornero ora aggredisce gli ultimi degli ultimi!

Azzerate pensioni, invalidità e disoccupazione a detenuti e detenute.

Emanata sotto il governo Monti nel 2011 con il decreto “salva Italia“( ma quale Italia?) per diminuire la spesa pubblica in materia di pensioni, la riforma, ha cominciato a operare dal 2011 e continuerà fino al 2018, colpendo, via via, le categorie più deboli che percepiscono le residue tipologie di ammortizzatori sociali. Dopo aver colpito lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate, pensionati e pensionate e anche invalidi civili, dal mese di maggio 2017, anche decine e decine di detenuti/e, tra cui tanti invalidi civili, si sono visti revocare il trattamento previdenziale ammesso precedentemente all’approvazione della legge Fornero. Come tutti/e dovrebbero sapere una legge non può operare retroattivamente, ossia non può cancellare trattamenti e benefici ammessi prima della data di approvazione della legge che li vuole cancellare.

Nella legge Fornero  all’art. 2, comma 58 si afferma che :  «il giudice disponga ulteriori accertamenti per verificare che le forme di assistenza previdenziale percepite e/o riconosciute abbiano origine, in tutto o in parte, da lavoro fittizio o a copertura di attività illecite».

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di indennizzi di disoccupazione,  riconosciuti a detenuti/e dopo prestazioni di lavoro svolte in carcere come porta-vitto, pulizie, cucina, ecc., pagate molto al di sotto del minimo sindacale. Si tratta di pensioni sociali che vengono riconosciute per sopraggiunta età, di pensioni di invalidità alle migliaia di detenuti/e che soffrono delle più disparate patologie e disabilità, contratte in ambiente carcerario, perché è proprio quell’ambiente, come è scientificamente dimostrato, che produce patologie che portano, con gli anni, gradi di invalidità.

E questa sarebbe la rieducazione e il reinserimento tanto osannati?

 

Alle  migliaia di detenuti/e in carcere  o in misura alternativa, oppure appena usciti/e, che si vedono togliere quel minimo di possibilità di sopravvivenza, è come dire loro: tornate a fare quello che facevate prima oppure ammazzatevi! 

Grande prova di civiltà! Non c’è che dire!”

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