Caso Adinolfi – Assolto in appello il compagno accusato di apologia di terrorismo: “il fatto non sussiste”, ma Ansa e secoloxix se ne dimenticano

Inizialmente pensavo di creare una rubrica “Squola di giornalismo”, iniziando col mettere a confronto il comunicato Ansa sull’assoluzione in appello del compagno condannato in primo grado per apologia di terrorismo e gli articoli sulla stessa vicenda dal quotidiano cittadino, ilsecoloxix.it, e dall’edizione locale di repubblica.it.   Poi ho pensato che non  c’è scuola che tenga per chi sceglie di scrivere gli articoli sotto dettatura, oppure è così poco consapevole di cosa vuol dire fare del giornalismo da non rendersi conto di quanto ha scritto, e soprattutto di quanto ha taciuto.

Credo che non si debba essere giornalisti di lungo corso, né laureati in scienze della comunicazione o che so io, per aver chiaro che se si scrive un articolo relativo ad una sentenza è corretto ricordare la vicenda ma è doveroso spiegare perché della decisione dei giudici. Tanto più se si tratta di una sentenza in cui un giudice assolve dall’accusa di apologia di terrorismo un giovane, condannato in primo grado ad un anno e due mesi a fronte di una richiesta del procuratore generale a ben tre anni e due mesi.

Pubblico così, uno di seguito all’altro, il lancio dell’Ansa e i due articoli – non firmati in quanto rielaborazioni dell’agenzia Ansa, anche se entrambi contengono un paragrafo assente nel lancio Ansa in rete, ma forse l’anonimato può fare anche comodo – facendoli seguire da mie brevi osservazioni.

Un’immagine Ansa del processo.

Ansa

Omicidio Adinolfi, antagonista assolto da reato apologia terrorismo
In primo grado era stato condannato a un anno e due mesi

Sentenza ribaltata in secondo grado per Carlo Francesco Di Marco, l’antagonista accusato di apologia di terrorismo. L’uomo, difeso dall’avvocato Fabio Sommovigo, è stato assolto dai giudici della corte d’appello mentre in primo grado era stato condannato a un anno e due mesi. Il procuratore generale aveva chiesto la condanna a tre anni e due mesi.
La vicenda si riferisce all’attentato a Roberto Adinolfi avvenuto il 7 maggio 2012. Secondo l’accusa Di Marco avrebbe pubblicato sul sito Informa-zione un documento contro alcuni anarchici genovesi che avevano preso le distanze dal compimento di azioni violente e, in particolare, dall’attentato all’ingegnere Adinolfi poi rivendicato dagli anarchici informali del nucleo Olga/Fai-Fri. Nel documento, pubblicato il 15 maggio 2012, Di Marco aveva scritto, tra l’altro, “Per voi le armi sono un tabù. Ma come pensate di poter reagire a tutti i soprusi che quotidianamente vengono perpetrati da chi le armi le usa veramente e continuamente? Io non mi dissocio”.

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L’Agenzia Ansa – che nel titolo, forse capziosamente, definisce l’imputato “antagonista” – ricostruisce la vicenda ma non ritiene doveroso riportare che per i magistrati il fatto, cioè l’apologia di terrorismo, non sussiste. 

Ilsecoloxix.it

SENTENZA RIBALTATA

Attentato Adinolfi: in appello antagonista assolto dall’apologia di terrorismo

Genova – Sentenza ribaltata in secondo grado per Carlo Francesco Di Marco, l’antagonista accusato di apologia di terrorismo. L’uomo, difeso dall’avvocato Fabio Sommovigo, è stato assolto dai giudici della corte d’appello mentre in primo grado era stato condannato a un anno e due mesi. Il procuratore generale aveva chiesto la condanna a tre anni e due mesi. La vicenda si riferisce all’attentato a Roberto Adinolfi avvenuto il 7 maggio 2012.

Secondo l’accusa Di Marco avrebbe pubblicato sul sito Informa-zione un documento contro alcuni anarchici genovesi che avevano preso le distanze dal compimento di azioni violente e, in particolare, dall’attentato all’ingegnere Adinolfi poi rivendicato dagli anarchici informali del nucleo Olga/Fai-Fri. Nel documento, pubblicato il 15 maggio 2012, Di Marco aveva scritto, tra l’altro, «Per voi le armi sono un tabù. Ma come pensate di poter reagire a tutti i soprusi che quotidianamente vengono perpetrati da chi le armi le usa veramente e continuamente? Io non mi dissocio».

Di Marco era stato anche accusato di avere redatto e diffuso, nell’ottobre 2013, un volantino in occasione della manifestazione pubblica che si era svolta in concomitanza con l’udienza di primo grado a carico di Alfredo Cospito e Nicola Gai accusati dell’attentato a Adinolfi facendo pubblicare sul sito Informa-zione il documento intitolato “La solidarieta” è un’arma usiamola!” dove, tra l’altro, era scritto: «abbattere il potere e non modificarlo è la soluzione più ovvia. Rispondiamo colpo su colpo».

© Riproduzione riservata

 ilsecoloxix.it pubblica integralmente il lancio dell’Ansa ma sostituisce l’immagine Ansa con una foto di Adinolfi e  aggiunge un paragrafo. E anche il quotidiano genovese non si preoccupa di dire in base a quale norma del codice penale l’imputato è stato assolto.

 

Repubblica.it

L’immagine a corredo dell’articolo

Attentato Adinolfi: assolto in appello dall’apologia di terrorismo – Carlo Di Marco era stato condannato in primo grado a un anno e due mesi: aveva attaccato alcuni anarchici che avevano preso le distanze dagli attentatori dell’ingegnere dell’Ansaldo

In primo grado era stato condannato a un anno e due mesi per apologia di terrorismo. Perché aveva pubblicato sul sito “Informa-zione” (ndr, informa-azione) un documento contro alcuni anarchici genovesi che avevano preso le distanze dal compimento di azioni violente e, in particolare, dall’attentato all’ingegnere Roberto Adinolfi, avvenuto il 7 maggio 2012 a Genova, poi rivendicato dagli anarchici informali del nucleo “Olga/Fai-Fri”.

In secondo grado la sentenza è stata ribaltata: Carlo Francesco Di Marco è stato assolto dai giudici della corte d’appello perché “il fatto non sussite”. Il procuratore generale aveva chiesto la condanna a tre anni e due mesi.

Nel documento, pubblicato il 15 maggio 2012, Di Marco aveva scritto, tra l’altro: “Per voi le armi sono un tabù. Ma come pensate di poter reagire a tutti i soprusi che quotidianamente vengono perpetrati da chi le armi le usa veramente e continuamente? Io non mi dissocio”.

Di Marco era stato anche accusato di avere redatto e diffuso, nell’ottobre 2013, un volantino in occasione della manifestazione pubblica che si era svolta in concomitanza con l’udienza di primo grado a carico di Alfredo Cospito e Nicola Gai accusati dell’attentato a Adinolfi facendo pubblicare sul sito Informa-zione il documento intitolato ‘La solidarietà è un’arma usiamola!’ dove, tra l’altro, era scritto: “abbattere il potere e non modificarlo è la soluzione più ovvia. Rispondiamo colpo su colpo”.

Repubblica.it pubblica, rielaborata, la notizia Ansa riportando le ragioni dell’assoluzione – “il fatto non sussiste” – e lo stesso paragrafo pubblicato dal quotidiano locale. Anche il quotidiano di DeBenedetti preferisce ripubblicare la foto di Adinolfi invece di quella del processo.

Non sono in grado di contestare, non avendo  disposizione il testo, l’affermazione – riportata in tutti e tre gli articoli – secondo cui alcuni anarchici genovesi “avevano preso le distanze dal compimento di azioni violente…”, cosa che mi sembra decisamente molto  poco probabile.

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