Spagna anarchica e libertaria. Gli autori dei manifesti della Rivoluzione spagnola 1936- 1939, da: “Increvables Anarchistes”.

Un nuovo articolo su arte ed anarchia. Questa volta si tratta degli artisti che hanno illustrato le lotte anarchiche in Spagna tra il 1936 e il 1939. L’articolo è di Wally Rosell ed è tratto da “La tradizione libertaria“. Ho preferito proporlo senza intervenire sulla grafica.
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Qui in alto copertina del libro da cui sono state tratte le informazioni per il presente post, inedito ancora in Italia.
di Wally Rosell
Chi sono gli uomini e le donne che hanno dato colore alla rivoluzione “Rossa & Nera” spagnola?
I manifesti della Spagna antifascista, non sono l’espressione di artisti isolati o di una generazione spontanea. Infatti, sin dagli anni venti del XIX secolo, Helios Gomes, Manuel Monléon, i fratelli Ballaster, Josep Renau (per li comunisti) si organizzano nei loro sindacati (UGT et CNT), essi creano l’unione degli scrittori e degli artisti proletari (Valenza) o il gruppo el Nis(Barcellona). Teorizzano come Ramon Acin, essi organizzano delle esposizioni sull’arte rivoluzionaria (Madrid 1933). Nel 1936, in Spagna, concepire un manifesto è tanto un atto militante quanto un atteggiamento artistico. Il passaggio della “commessa” si fa generalmente direttamente attraverso un sindacato di base, una corporazione, un’organizzazione, un gruppo libertario…
Più di sessanta artisti identificati- che hanno lavorato per i libertari: Arturo e Vicente Ballester; Manuel Monléon; Miralles Sanz; Ricards Obiols; Eleuterio Bauset; Jose Iturzaeta; Badia Vilato; Sim (Rey Villà); Carreno; Jose-Maria Gallo; Carles Fontserè; Rovira; Allaber; Gumsay; Castilla; Helios Gomez; Jacint Bofarull; Muro; Antonio Garcia Lamolla; Edouardo Vicente; Gimenez; Toni Vidal; Augusto, Camps…
Essi non hanno la notorietà di Miro o di Picasso, eppure certi loro manifesti hanno fatto il giro del mondo. Si sono formati per la maggior parte alle scuole di belle arti di Barcellona, Bilbao, Madrid e Valenza. Non sono tutti anarchici, ma sono aderenti ad un sindacato di Barcellona (SPD-UGT); di Madrid (Bellas-Artes -UGT); di Valence (UGT o CNT). Hanno tutti concepito e realizzato dei manifesti per le organizzazioni  libertarie. Di alcuni, non conosciamo che il loro nome, di altri abbiamo la fortuna di poter racimolare alcune informazioni.
Wally Rosell
Arturo et Vicente Ballester
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Arturo nasce nel 1892. È nel laboratorio di suo zio che si inizia alle arti grafiche, Si iscrive ai corsi serali delle Belle arti di Valenza. Sin dal 1913, partecipa a dei concorsi per manifesti, è premiato diverse volte a Valenza e a Madrid. Si impadronisce delle tecniche della litografia e si interessa a tutte le scuole grafiche ed artistiche.
Partecipa al sindacato della CNT di Valenza. Sviluppa uno stile molto riconoscibile tratto dal dadaismo al costruttivismo. Produce molto per il comitato nazionale di propaganda della CNT ed anche per il PSOE.
Dopo la sconfitta, Arturo Ballester riprende la sua attività di grafico. Firma due manifesti del cinema nel 1941, poi nel 1954.
Meno conosciuto di suo fratello, Vicente (1887-1980), conosce le stesse iniziazioni alla grafica: il laboratorio dello zio e le Belle arti di Valenza con una forte influenza liberty e post cubista, i suoi manifesti hanno uno stile più unificato. Partecipa ai concorsi, alle biennali di Barcellona e Valenza (1936). Nel luglio del 1936, diventato disegnatore pubblicitario, aderisce al sindacato delle professioni liberali della CNT. Firmerà tutti i suoi manifesti con il “marchio”: Affichiste de la CNT-AIT [Autore della CNT-FAI].
Loro sorella, Manuela Ballester, è ancora meno conosciuta. Dirige la rivista Passonaria (vicina al PCE). Illustratrice, collabora alla rivista libertaria Estudios. È moglie di Josep Renau autore di manifesti di fama e comunista.
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Eleuterio Bauset Ribes
Ha studiato alla Scuola di Belle arti di Valenza dove incontra Josep Renau. Sin dal 1936, realizza tutti i manifesti conosciuti della Colonna di Ferro (originaria della regione) che ha integrato una commissione Arti grafiche al suo interno.
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È il solo disegnatore ad utilizzare una “bandiera nera” come elemento centrale. Tradizionalmente il movimento anarchico spagnolo utilizza delle bandiere “Rosse & Nere”.
Firma i suoi manifesti: Bauset -AIDC. Questa sigla designa l’Associazione Intellettuale per la Difesa della Cultura, una delle numerose organizzazioni antifasciste creata in gennaio nel 1936 a Barcellona.
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Nel 1939, è imprigionato (con M. Monleon?), poi si reca in esilio nell’America del Sud prima di tornare nel 1973.
Jacint Bofarull
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Catalano, nasce nel 1903. Compie gli studi alle Belle arti, poi entra nella vita attiva come grafico pubblicitario. È l’autore di una serie di manifesti per le sigarette Dunhill e dei magazzini di articoli sportivi di Barcellona. Vicino ai comunisti, aderisce molto presto al sindacato dei disegnatori  professionali (SDP-UGT). Nel febbraio del 1939, fugge dal franchismo e passa in Francia dove lavora per il quotidiano di Perpignan l‘Indépédant sino al 1950. Parte per il Venzuela e l’Argentina prima di tornare definitivamente in Spagna.
Carles Fontseré
 
 
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Nato a Barcellona nel 1916. Ha vent’anni nel luglio 1936 e malgrado la sua giovane età, propone dei manifesti alle organizzazioni antifasciste di una rara forza (CNT; UGT; Generalitat della Catalogna).
IL suo manifesto più famoso è quello del grido del contadino che alza in alto la sua falce; Libertà! Su una bandiera rossa e nera con la sigla FAI. È attivo in seno all’interno dei sindacati  dei disegnatori professionisti di Barcellona (SDP-UGT). Disegna molti manifesti, ma anche, propone altre animazioni grafiche: è Carles Fontsere che propone a Ricardo Sanz (della CNT) di decorare i treni che percorrino la rete controllata dagli antifascisti. Nel 1937, si arruola nelle Brigade internazionali sul fronte di Madrid.
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La maggior parte dei suoi manifesti sono redatti in catalano. Nel 1939, conosce i campi di concentramento del sud della Francia. Alla fine degli anni 40, andrà a lavorare in Messico, poi a New York. Incontra il poeta Raphaël Alberti con il quale lavora a Roma.
Dopo la morte di Franco, Carles Fontseré ritorna a Barcellona, rilascia numerose interviste, partecipa alle esposizioni di manifesti della guerra civile e scrive un libro: Mémoires d’un affichiste catalan [Memorie di un autore di manifesti catalano]. In occasione di un’esposizione sull’anarchismo catalano e la guerra civile, realizzerà un ultimo manifesto per i libertari nel 1986. Il mio stile è stato soprattutto influenzato da Helios Gomez. Avendo più anni di noi, ha potuto viaggiare, in Germania, riportarci delle forme nuove come il cubismo, il realismo, ho cercato di imitarlo.
José Maria Gallo
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Come molti altri, prima del 19 luglio, guadagnava la sua vita realizzando delle insegne o dei disegni pubblicitari ed in parallelo, disegna per la stampa anarchica (Mujeres Libres , Tierra y Libertad, CNT). Queste caricature sono molto apprezzate, gli offrono una notorietà importante in ogni ambiente. Ha realizzato dei manifesti per la La Fragua Social(quotidiano della CNT di Valenza), il comitato nazionale di propaganda e per la federazione dei gruppi Mujerès Libres (Donne Libere). In Francia, durante la guerra, partecipa alla rete di evasione Ponzan Vidal. Alla liberazione, collabora come disegnatore a Paris Presse e Jour de France.
Helios Gomez
 
 
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Helios Gomez

Gitano nato a Siviglia nel 1905. Inizia come decoratoredi ceramica, i suoi primi disegni sono pubblicati nel giornale anarchico Páginas Libres o illustrano dei libri andalusi. Frequenta gli ambienti anarchici e decide di parlare, scrivere e dipingere rimanendo coerente con la sua scelta politica. A Parigi, espone in diverse gallerie e collabora alle riviste: Tiempos Nuevos , Rebelión eVendredi . È arrestato ed espulso per la sua partecipazione alle manifestazioni contro l’esecuzione di Sacco e Vanzetti. Si trasferisce allora a Bruxelles, poi ad Amsterdam, Berlino, Vienna, Leningrado. Nel 1930, l’Associazione Internazionale dei Lvoratori (AIT) pubblica a Berlino il suo primo albo Días de ira.
Di ritorno a Barcellona, Hélios Gomez collabora a numerosi giornali e riviste di sinistra: L´Opinió, La Rambla, La Batalla, L’Hora, Bolívar e Nueva España. Nel 1931, aderisce al PCE. Arrestato nel 1932, è di nuovo espulso. Si reca in URSS da cui fa ritorno nel 1935. Sin dal 1936, a Barcellona crea il gruppo Els Nis, poi diventa presidente del comitato rivoluzionario del Sindacato dei Disegnatori Professionisti (SDP-UGT).
Si arruola sul fronte di Aragona, come miliziano in una sezione incaricata della propaganda, raggiunge inseguito il Fronte di Madrid dove uccide un capitano. Poco dopo, trova rifugio all’interno dell’Ex colonna Durruti, ne diventa il commissario allal propaganda. Idea l’intestazione del giornale della colonna El Frente ed il manifesto dell’esposizione dedicata a Buenaventura Durruti (novembre 1938). Nel 1939, sarà internato successivamente in diversi campi di concentramento del Roussillon, poi in Algeria. Ritorna a Barcellona sin dal 1942 dove riprende il suo mestiere di grafico ed è di nuovo incarcerato nella prigione “modelo”, dove dipinge la sua ultima opera. Muore nel 1956.
Gumsay
 
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 Lavorò soprattutto per le Gioventù Libertarie (Esfuerzo, Ruta). Realizza anche dei fotomontaggi per Estudios, Tiempos Nuevos.
 Gumsay, il pittore dei vizi umani. Per meglio conoscerlo riportiamo uno stralcio di una sua intervista pubblicata nel 1938 per l’Espagne Antifasciste.
D: Ogni opera letteraria ed includo la tua pittura in quanto tale, realizza bene anche senza proporselo, una funzione critica ed in un certo senso, morale?
Gumsay: Voglio che i miei quadri siano utili, politicamente, cioè rivoluzionariamente. Più ancora se essi esercitano questa funzione morale concreta che si assegna alla Letteratura, che sia senza rendersene conto, per una strada diversa: quella dell’emozione plastica.
D: Gli artisti di oggi, sono il 15 marzo 1938 all’altezza delle circostanze spagnole?
Gumsay: NO!
D: Perché?
Gumsay: Il presente spagnolo è bruciante e oppresso di emozione e di dolore. Il popolo non sogna con le opere degli artisti. In Spagna, il popolo si gioca tutto, tutti i giorni. E gli artisti, tranne onorevoli eccezioni, rischiano poco, se rischiano qualcosa, nella loro opera. Triste…!
 Manuel Monleon Burgos
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Nato a Valenza nel 1904 da povera famiglia. Dopo la scuola primaria, entra nel laboratorio di Mariano Perez come apprendista, per dipingere delle miniature e dei ventagli. Molto presto, si interessa all’anarchismo, al nudismo (molti uomini e donne nudi nelle sue composizioni) ed aderisce al gruppo esperantista di Valenza. Propone le sue illustrazioni per delle riviste libertarie: Estudios (rivista di sociologia della FAI ), Cuadernos de cultura, Nueva Cultura, ecc.
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A Valenza, incontra Josep Renau che fu uno dei primi autori di manifesti politici (dopo John Heartfield) ad impiegare il fotomontaggio nei suoi progetti ben prima del 1936 (sarà commissario alla propaganda presso un ministro PCE). Nel 1933, con Josep Renau, milita all’unione degli scrittori ed artisti proletari.
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Nel momento più acuto della lotta contro il fascismo, Monleon afferma il suo stile, utilizza molto le disgonali e l’aerografo: manisfesti, copertine di riviste e libri. Il nudo è uno dei suoi temi favoriti, molte delle copertine delle riviste libertarie sono illustrate su questo tema. Realizza dei fotomontaggi per dei quotidiani a Valenza (Umbral).
Partecipa al Laboratorio delle arti plastiche dell’Alleanza degli intellettuali ed alla prima esposizione dell’arte rivoluzionaria (1932), è presente al padiglione spagnolo dell’esposizione universale di Parigi del 1937. Realizza dei manifesti per la CNT-FAI (il manifesto della Colonna Iberia) ed il Partito sindacalista (di Angel Pestana).
Nell’aprile del 1939, sarà incarcerato, per tre anni- in diverse luoghi di detenzione politici gestiti da militari italiani, farà anche dei soggiorni in prigione (Alicante, Madrid, Valenza). Realizza dei disegni sull’universo carcerario franchista o realizza dei calendari per i suoi compagni di cellula o la sua famiglia.
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Quando ne esce, per far vivere la sua famiglia, crea una piccola agenzia di pubblicità a Valenza, realizza di nuovo dei manifesti… per il cinema. Parallelamente, crea una rivista dedicata alle arti grafiche. Negli anni 50, parte per la Colombia, ricrea un’agenzia di pubblicità: logo, manifesti per il cinema, packaging. Espone una parte delle sue opere a Bogotá (Colombia), poi a Caracas (Venezuela). Ritorna a Valenza nel 1962 dove muore nel 1976.
Nel 2004, un documentario di 50 minuti gli rende omaggio: Manuel Monleon Burgos, un grito pegado en la pared.
“L’arte per l’arte sarà per i giorni felici”. M. Monleon 1937
Ricard Obiols (1894 – 1967)
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Sin dai primi due decenni del secolo, frequenta gli ambienti catalani per i quali realizza molti manifesti. Avrebbe partecipato all’esposizione internazionale di Barcellona nel 1929 con altri grafici e pittori. Nel 1936, ha 42 anni a lavora per l’UGT e la CNT di Madrid e Barcellona. Aderisce al sindacato professionisti delle Belle arti di Madrid. Muore nel 1967 a Barcellona.
Suo fratello Vicente è, anch’egli, grafico.
Sim, pseudonimo di: Rey Vila.
 
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Nel 1939, Sim prende la strada dell’esilio per Parigi. Elegge il suo studio vicino a Buttes-Chaumont dove continua a disegnare firmando con il suo vero nome Rey Vila.
I suoi temi preferiti sono i Tori e Don Chisciotte. Inoltre, contribuisce- un po’- alla lotta artistica antifranchista.
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Studia il disegno alla scuola delle Belle arti di Barcellona. Ritorna da suo servizio militare- nell’Africa del Nord- nel 1921 con un albo da disegni giudicato come antimilitarista ed un giudizio molto duro sugli uomini politici: La sconfitta nel Marocco? Una conseguenza del disprezzo (verso il popolo) di questi mercenari dello Stato. Da quel momento prende contatto con il sindacato dei disegnatori professionisti (SDP-UGT) e sostiene le lotte sociali. Sin ndal 19 luglio, mette il suo “disegno” al servizio della rivoluzione sociale.
Realizza un albo di acquarelli, Stampe della rivoluzione spagnola19 luglio 1936, destinato alla propaganda internazionale: un disegno e tre commenti (spagnolo, inglese, francese). Rey Vila lo propone alla UGT che rifiuta di pubblicarlo, perché? Troppo favorevole all’azione degli anarchici. Quest’albo (edito dalla CNT) sarà- prima di Guernica di Picasso- l'”opera” più conosciuta sulla rivoluzione spagnola. L’UGT gli chiederà alcuni mesi dopo un albo di disegni dello stesso genere sulla vita al fronte.
Un disegno spigoloso rafforzato da un tratto nero spesso e da colori vivi sfumati: più vicino alla caricatura che all’acquarello. Il suo approccio pittorico si rapporta male alle tecniche e allo stile degli altri autori di manifesti. Ne realizzerà pochi (per conto dellal CNT, dell’UGT e per la Generalitat della Catalunya), disegnerà molto per dei calendari, cartoline postali, ecc.
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Gallur Manuel
 
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Nato a Valenza nel 1905. Entra alla Scuola delle Belle Arti nel 1930. Gallur lavora come disegnatore pubblicista e parrallelamenmte partecipa a diverse esposizioni d’avanguardia. Incontra le idee libertarie ed aderisce al sindacato delle professioni liberali della CNT.
Firma i suoi manifesti con la sigla “autore di manifesti della CNT-FAI”.
Parteciperà all’esposizione universale del 1937 a Parigi con un manifesto: Il popolo sarà libero!
Dopo la sconfitta, lavora di nuovo come pubblicista ed anche come dissegnatore di mobili (a Saragozza).
Muore a Marsiglia nel 1995.
Badia Vilato
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Sappiamo poche cose su questo compagno. Come molti altri, passa attraversò la Scuola delle Belle Arti di Barcellona e lavora per la CNT-FAI. Durante la guerra, realizza uno straordinario manifesto antimilitarista nel 1937: “Ambizione, Militarismo, Guerra, questo è il fascismo”. Questo manifesto sarà ripreso con lo stesso testo tradotto in inglese, dai movimenti anti-guerra negli Stati Uniti, nel 2004.
Graficamente, è molto influenzato dai surrealisti francesi. Nel 1939, prende la strada dell’esilio in Francia, dove continuerà il suo lavoro di Grafico professionista per Air France (1951), Maurice Chevalier, il Teatro dell’Odéon, Il salone dell’auto e contro l arepressione franchista.
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Collabora molto regolarmente a SIA (Solidarietà Internazionale Antifascista) per cui propone dei disegni per i calendari, cartoline postali e manifesti. Nel 1947, edita un albo di disegni accompagnati da testi (inglese, francese, spagnolo), Spagna eterna, Edition Espagne Libre.
Alla fine degli anni 50, parte per l’America del Sud: la Bolivia, il Brasile dove si perdono le sue tracce.
Manuel Camps Vicens
 
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Nato a Gerona nel 1906, si iscrive alla scuola delle Belle Arti di questa città. A partire dagli anni venti acquisisce una certa fama esponendo a Barcellona, Madrid, ecc. Integra il Grouppo Arte Libera (grup art lliure) che raggruppa gli autori di manifesti, illustratori, pittori della CNT della Catalogna.
Combatte sul fronte dell’Ebro. Dopo la sconfitta, è arrestato ed inviato in un camkpo di concentramento dalla Gestapo. Alla liberazione, si istalla a Tolosa e riprende le sue attività di pittore. Espone soprattutto nel Sud Ovest. Come molti altri artisti, Manuel Camps Vicens partecipa anche ad un’attività pittorica militante (all’interno alla CNT) contro il Franchismo (esposizioni del 1947, 1952, 1956) e per l’Occitania. Muore nel 1986.
Baltasar Lobo
 
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Nato nel 1910, non lontano da Zamora, a 12 anni lavora riproducendo delle immagini religiose a Valladolid. La sua prima esposizione nel 1928 gli apre le porte delle Belle Arti di Madrid. Dopo tre mesi di corsi, se va sbattendo la porta non sopportando l’insegnamento “ufficiale”, preferisce studiare le sculture arcaiche del museo archeologico.
Nel 1936, Baltasar Lobo è membro del comitato peninsulare delle FIJL. Collabora molto regolarmente- attraverso disegni, cartoline postali e manifesti- a Tierra Y Libertad, Frente Libertario. La sua compagna Mercedes Comaposada Guillen è una militante attiva delle Mujeres Libres, Baltasar Lobo realizza molte copertine per le riviste, disegni, manifesti e cartoline postali per quest’organizzazione anarco-femminista.
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Nel 1939, giunge a Parigi con una raccomandazione per “Picasso” (la sua compagna diventerà per un periodo sua segretaria). Incontra così Miro e diventa amico dello scultore Henri Laurens che l’aiuta a regolarizzare la sua situazione  e gli trova un laboratorio per lavorare. Alla liberazione, molto rapidamente la sua reputazione internazionale di scultore supera i circoli militanti. Espone, si lega con Kandinsky, Dubuffet, insegna e realizza delle committenze (soprattutto delle sculture) per i comuni della periferia parigina. Dopo al morte di Franco, realizza una scultura a Barcellona.
Vivrà a Parigi sino alla sua morte nel 1993.

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