“Ballata di una “troia” antifascista”

Avevo rilanciato questo articolo si fb che l’ha rimosso perché il nudo non in linea con i suoi standard. Alla richiesta di spiegare perché ritenevo non andasse rimosso ho risposto “Ritengo non debba essere eliminato in quanto l’immagine è esplicativa del contenuto, avrei capito se si fosse trattato di una croce uncinata esposta in segno di approvazione.”. Non aggiungo null’altro di mio. Eccomi dunque a pubblicarlo su bdf, e ovviamente non posso ripostarlo su fb, e sconsiglio di farlo.

Ballata di una “troia” antifascista
by laglasnost ·

Ma si, sono una femmina che se non fosse per i poveri stranieri non scoperebbe proprio mai, questo è quanto affermano i fasci che mi riempiono di complimenti e fanno slut shaming sulle donne che hanno preso parte ai vari cortei antifascisti ieri.

Certo, si, sono una che se la trapanerebbe solo un ne_ro perché i ne_ri si pigliano gli scarti italici, ma anche il mio culo è vostro, perché di nazionalità italiana e allora vi sentite in dovere di dire che dovreste tenerlo sbiadito, giammai mischiato a colori scuri, come se in Italia non vi fossero quelli con la pelle scura o come se la pelle scura abbia qualcosa a che fare con il puzzo merdaiolo che gravita in testa ai fascisti.

Quello che le donne antifasciste raccolgono in questi giorni è pura merda fascista e razzista. Ma certo, dato che non la do a te che sei italico di merda allora va bene se mi stupra un nero, come se non ci fossero stati italiani che abbiano tentato di stuprarmi o come se l’italico di merda che ho scalciato un tempo non mi avesse stuprata. Come se il sessismo dipendesse dal colore della pelle o come se le donne inferiori fossero considerate tali giusto da chi arriva da lontano. Ma in Italia mi sento dire troia ogni due per tre, mi chiamano puttana, con tutto il rispetto per le puttane alla cui schiera mi vanto di appartenere, perché non misuro il mio valore dal numero di cazzi che ho incontrato o dal numero di fighe che ho leccato.

Ma certo, sono una troia che non rivolge rispetto al camerata di merda che ce l’ha infinitamente grande, il neurone del razzismo e dell’odio misogino, perché la tal tipa non gliela ha data e se non gliel’ha data sarà perché è brutta, le puzza la fica o magari perché voleva che la fica gliela leccassi io o un ne_ro, brutto stronzo eterocentrico. A pensare che tutto ruoti attorno al tuo cazzo ritto solo con un laccio attaccato in punta che si tende quando fai il saluto romano la pensi male. Sei un cervello vuoto ripieno di slogan e sei un individuo spento, codardo a nascondere il tuo sprezzo contro i ne_ri dietro le donne. Codardo perché non ti fotte di me ma solo di farti un nome odiando, perché devi pur fare branco con i coglionazzi come te.

Ma certo, le femmine di sinistra le possono scopare solo gli stranieri perché l’italico vero non vuole una fica sporca del cazzo che arriva da lontano. Il fatto è che la fica di sinistra non vuole il tuo di cazzo e forse non vuole proprio il cazzo ed eccoti a sciorinare stereotipi sulla femminista pelosa lesbica e isterica. Ma tu sei e resti un fascista, per quanto possa disprezzarmi, mettermi alla gogna per chiamare altri idioti come te a insultare, a chiamarmi troia o brutta o chi lo sa, perché bianca che sceglie il cazzo colorato e non il tuo bianco e puro e scolorito con la candeggina, per quanto tu possa tentare di spiegare la mia presunta anormalità, giacché non può una donna italica rifiutare te e il cazzo che ti ritrovi a gingillarti per le mani, uniche compagne di vita come le armi con le quali ti rifletti allo specchio per allungarti l’erezione che non spara sui ne_ri come tu vorresti, quello che compare in cima alla lista delle gran teste di cazzo sei solo tu. Non altri che tu.

L’amore è fatto d’altro, di empatia, di cultura, di sensibilità, di meraviglia e curiosità per gli altri mondi e a te mancano tutte queste cose, ma proprio tutte. Non sono io a volerti idiota ma sei tu che fai di tutto per dimostrarti tale. Drammaticamente imbrigliato sulla bandiera arrotolata attorno al tuo collo, perché ti rifiuti di sentire il vento che non la regge dritta e tesa come vorresti, ed è quella bandiera che finirà per strozzarti. E io sarò lì a ridere quando accadrà. Riderò per i tanti troia che mi hai detto, per le tante offese, per i tanti “te la sei cercata” che mi hai urlato contro quando a stuprarmi è stato l’amico tuo fascista per indole più che per dichiarazione politica. Riderò per le tante volte in cui mi hai negato il diritto di esistere, di ridere e urlare quel che voglio e quel che scelgo. Per le volte in cui hai immaginato di poter imporre la tua volontà di maschio bianco etero italico e privilegiato a me, al mio corpo, al mio utero. Per le tante volte in cui mi hai sottratto la possibilità di scegliere e mi hai relegato al secondo posto, o vittima da te difesa e dunque grata a succhiarti l’uccello o colpevole e criminale perché puttana che merita solo di leccare gli uccelli altrui.

E come la metti e metti si tratta sempre di esigere da me a quale cazzo dovrei poter fare un pompino. Io, puttana di Stato con te pappone del cazzo che pensi di poter comandare l’amore, il sesso, il mio piacere e godimento. Con te protettore che mi trascina in piazza per i capelli se mi comporto da strega, come hai fatto quando ti dicevo no in mille altre occasioni e tu hai pubblicato le mie foto nuda o hai pubblicato il mio indirizzo e numero di telefono per farmi chiamare puttana dai tuoi delegati, da altri stupratori amici tuoi perché se rifiuto te mi serve uno stupro terapeutico, come quello fatto all’amica Franca, tanto tempo fa, lo stupro fascista per aggiustarla e farla tornare da te, miserabile pezzo di merda.

Quando ti impiccherai sulla tua erezione attorcigliata fino al tuo collo io riderò e tu non puoi dirmi che sono meno umana o meno donna o meno persona perché amerò veder crepare il mio oppressore. Quell’oppressore, se non l’avessi capito, sei tu. E vai a morire ammazzato. Vaffanculo va.

Una troia antifascista qualunque

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