I fascisti sono ancora tra noi – Genova: Lealtà e azione a Staglieno a commemorare i repubblichini, con la partecipazione della giunta fascio-leghista

Il 30 giugno di quest’anno Genova antifascista è scesa in piazza per ricordare i fatti del 1960, quando la città intera impedì, sostenendo per questo durissimi scontri con la polizia di Scelba, la celebrazione del congresso del MSI, il partito che aveva preso il posto del disciolto partito fascista.

In quell’occasione la manifestazione fu particolarmente significativa grazie anche alla partecipazione di molte persone, giovani e non, che avevano deciso di scendere in piazza anche, se non soprattutto, per l’elezione a Genova di una giunta fascio-leghista e la prevedibile svolta reazionaria. La previsione era ovviamente molto facile da fare, e le conseguenze si sono viste da subito con iniziative mirate contro i settori più deboli della città: migranti, senza tetto, artisti di strada etc. Quattro mesi dopo, la giunta fascio-leghista ha benedetto la manifestazione dei neofascisti di “lealtà e azione” che sono andati al cimitero di Staglieno a “rendere omaggio” ai repubblichini spazzati via dall’antifascismo e poi alla tomba del partigiano Ferruccio Parri. Gesto, in perfetta continuità con la svolta che Violante auspicò nel discorso di insediamento come presidente della Camera: “.…Mi chiedo se l’Italia di oggi – e quindi noi tutti – non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri; non perché avessero ragione o perché bisogna sposare, per convenienze non ben decifrabili, una sorta di inaccettabile parificazione tra le parti, bensì perché occorre sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà (Applausi)….“.

Ricordo a questo proposito una lettera aperta di Giorgio Bocca a Violante, pubblicata su MicroMega (qui il testo), di cui riporto questo interessante passaggio: “…. Insediandosi alla presidenza della Camera Lei ha proposto una revisione del fascismo di Salò, ci ha esortato a «capire quei giovani» e ora, mentre è in corso una campagna di diffamazione e di restaurazione verso la giustizia, ci dice che un’amnistia per Tangentopoli Le sembra utile e necessaria in tempi stretti, non più di due anni.

Non credo che con queste sortite Lei renda un servigio al suo partito, che prima si chiamava Pci e ora si chiama Pds. Perché sembrano confermare l’ecumenismo che arriva dalla Terza internazionale: ciò che è illecito se commesso dagli altri diventa lecito se commesso da noi. Che tradotto in politica recente dai comunisti emiliani era: «Il comunismo è il capitalismo diretto da noi».
Oggi si ritrova in una confidenza di Massimo D’Alema: «Noi saremo i democristiani del Duemila», il nuovo partito moderato e mediatore….”

Discorso che non sorprende, almeno per chi ricorda l’amnistia Togliatti per i fascisti che consentì ai vertici fascisti di magistratura, forze dell’ordine etc. di restare ai loro posti. Tanto meno chi è a conoscenza dei rapporti sempre più stretti di molti esponenti del partito renziano con Casa Pound e dintorni. 

Uno su tutti, Simone Regazzoni – portavoce della candidata alla presidenza della Regione Liguria, Raffaella Paita – che non disdegnò di presentare il suo libro ospite di Casa Pound.

Questo il ritratto che ne fece il giornalista Marco Preve in un articolo su Repubblica (qui): “Negli ambienti Pd, specie in quelli anti paitiani si è già guadagnato il soprannome di fasciocowboy per aver frequentato Casa Pound e per essere un acceso sostenitore delle leggi speciali in stile Usa (schiaffoni e Guantanamo tanto per capirci) nella lotta al terrorismo. Tutto lecito se stessimo parlando di Ignazio Larussa ma certe derive possono sorprendere in chi è il portavoce dell’ex comunista oggi candidata alla Regione del Pd Raffaella Paita….”

Tornando ai nostri giorni, ecco i titoli di alcuni dei mass media cittadini sui neofascisti a Staglieno. Iniziamo con Repubblica: Corona per i caduti di Salò, bufera sul Comune – Il delegato del sindaco Sergio Gambino con fascia tricolore omaggia i morti della Rsi e poi il partigiano Parri. La sinistra protesta. Scrive il giornalista Matteo Pucciarelli:” «Onorare i ragazzi di Salò», perché «è tempo che la storia faccia il suo corso». Vittime e carnefici, tutti sullo stesso piano. Ma stavolta a certificare la parificazione è il Comune di Genova, la prima volta nella sua storia per la città medaglia d’oro della Resistenza. Ieri infatti una delegazione di Fratelli d’Italia si è recata a Staglieno e ha deposto una corona di fiori ai caduti della Rsi; nell’occasione ha portato anche un fiore sulla tomba del partigiano Ferruccio “Maurizio” Parri…..”. Qui l’articolo integrale.

A sinistra l’immagine che correda l’articolo del Secoloxix.it: probabilmente per rispetto della privacy la didascalia dice laconicamente “La commemorazione” senza menzionare il consigliere Antonio Sergio Gambino, di Fratelli d’Italia, delegato dal sindaco Bucci a rappresentare la giunta. Questo il titolo dell’articolo: TURSI: «MEMORIA PER TUTTI I CADUTI»  – Il fiore delle polemiche per i morti di Salò.  Nell’articolo – dal tono decisamente più “distaccato” di quello del quotidiano concorrente – si legge che “…. Bucci, nel pomeriggio, era invece alla marcia in memoria della Shoah e dei rastrellamenti degli ebrei genovesi del 1943, ai quali i fascisti parteciparono attivamente. Difficile barcamenarsi sul filo della storia, anche a 70 anni dalla guerra, per la nuova amministrazione di centrodestra a Genova: il 28 ottobre Bucci ha negato la partecipazione del Comune alla manifestazione antifascista organizzata dall’ Anpi. Ma il 1 novembre ha partecipato alla commemorazione dei partigiani proprio al cimitero di Staglieno: «Io vado alle manifestazioni che uniscono, non a quelle che dividono», aveva spiegato il sindaco la propria condotta…“.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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