Il primissimo film di Werner Herzog, Erakles, realizzato quando aveva solo 19 anni (1962)

Ancora un interessante articolo da Open Culture (qui l’originale) con la mia consueta, spannometrica traduzione. 
“Nani ribelli, conquistatori folli, magnati delirante, trampolini da sci in legno: gli allievi di Werner Herzog che cercano di trovare un modello nelle scelte del cineasta sono virtualmente garantiti da una ricerca interessante, se non in ultima analisi, futile. Ma devono tutti iniziare nello stesso luogo: il primissimo film di Herzog: Erakles, che mischia Body Building, auto da corsa, e distruzione. Fa tutto ciò in nove minuti, con una colonna sonora di sassofono jazz, e con frequenti riferimenti all’eroe titolare del mito, che forse conoscete meglio con il suo nome latino di Ercole.

“Avrebbe pulito le stalle Augia?” chiedono i sottotitoli su filmati di un giovane uomo tedesco che mostra il suo torso ben sagomato. “Avrebbe sconfitto l’Hydra di Lerna?” chiede un altro mentre lui cambia posa.
Tra clip di questi culturisti che affrontano le loro fatiche e domande sulla loro capacità di eseguire quelle di Ercole, vediamo marce militariste, caduta di bombe, cumuli di macerie, e un incidente automobilistico a Le Mans,1955, che uccise 83 persone. Tutta questa giustapposizione ci induce a chiedere quale messaggio il diciannovenne Herzog volesse consegnare, ma, come in tutto il suo lavoro successivo, voleva sicuramente meno fare un una riflessione articolata quanto piuttosto esplorare le possibilità del cinema stesso.
Più recentemente, nel libro-intervista di Paul Cronin “Herzog su Herzog”, il cineasta guarda indietro su “il mio primo errore, Eracle” e lo trova “piuttosto stupido e inutile, anche se al momento è stata una prova importante per me. Mi ha insegnato a mettere insieme materiale molto vario che normalmente non sta insieme comodamente”, e in un certo senso lo ha preparato per un’intera carriera cinematografica di materiale molto vario che normalmente non sta insieme comodamente.
“Per me è stato affascinante mettere insieme materiale che aveva una vita così separata e individuale. Il film era una specie di apprendistato per me. Ho pensato che sarebbe stato meglio fare un film che andare a scuola di cinema “- della varietà non-canaglia, comunque.
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Articolo di Colin Marshall che da Seoul scrive e trasmette su città e cultura. È al lavoro sul libro la città senza stato: una passeggiata attraverso il 21 ° secolo di Los Angeles, la serie video la città del cinema, il crowdfunded Journalism progetto dove è la città del futuro?, e la revisione di Los Angeles di librì Corea del Blog. Seguilo su Twitter a @colinmarshall o su Facebook.
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

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