“Un bel Coraggio”, un video sull’esperienza dei Barbari Bollate con il pallone, ovale come è spesso la vita. Ma il carcere resta una merda!

Ci sono argomenti per i quali sento la necessità di fare una premessa e il carcere è uno di questi: da cittadino penso che il sistema penale vada rivisto totalmente, così come quello penitenziario, peccato che queste “riforme” siano affidate a personaggi che amano sentirsi chiamare onorevoli, anche se la gran parte sono esseri spregevoli, che alla fine trovano sempre il compromesso gattopardesco: cambiare tutto per non cambiare nulla. Ben sapendo che dovesse capitare a loro, ed è capitato, possono sempre contare su un trattamento di favore.

Ovviamente da libertario cerco di contribuire alla cultura che potrà portare alla costruzione di una società senza padroni e quindi senza galere, ma questo è un altro discorso.

Altrettanto ovviamente credo che sia giusto e doveroso occuparsi, oggi e concretamente, di chi si trova a vivere l’orrenda esperienza del carcere. Orrenda a prescindere dai reati commessi, sia chiaro. Aggiungo anche che i diritti o sono per tutti o non sono e questo deve valere evidentemente anche per la popolazione detenuta, cosa invece che purtroppo non avviene. E non avviene per caso o mancanza di risorse ma perché quella che prevale è ancora l’ipocrisia di un sistema che dice di voler lavorare al reinserimento delle persone detenute – che sono e devono restare cittadine e cittadini a tutti gli effetti – ma in realtà si occupa di ben altro.

Detto questo, sono casualmente capitato in rete sul bel video – “Un bel Coraggio” – girato da due giornalisti sportivi, Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, che fortunatamente hanno scelto di non annegare nella palude calcistica, privilegiando altri sport, tra cui il rugby. I due costituiscono un ottimo team giornalistico, capace di parlare ai tifosi e da tifosi, ma anche da attenti osservatori e profondi conoscitori delle discipline sportive più diverse, vedi le copertine di tre dei loro libri.

Ed è proprio di rugby che si parla nel video, di rugby inteso come strumento per lottare contro l’annientamento quotidiano da carcere, soprattutto quello subdolo della totale dipendenza da altri in tutto e per tutto, delle “domandine” da presentare per ogni esigenza etc.

Trovo molto bello quanto scritto da Paolo Ligamari nel suo blog “Mondo ovale“: “Così, mentre in campo si gioca, a bordo campo si potrà scoprire qualcosa in più sui protagonisti di questa bella storia di impegno e altruismo: il film, proiettato in anteprima al Curioni,  racconta del progetto avviato ormai 5 anni fa dai tecnici e volontari della società milanese con i detenuti del carcere di Bollate, dopo quello nel carcere minorile Beccaria.
Un viaggio lungo e straordinariamente emozionante: i detenuti hanno formato una squadra e l’hanno battezzata “Barbari Bollate”. Cercano di cogliere una piccola, preziosa opportunità: fare parte di un gruppo e mettere a frutto gli insegnamenti più preziosi del rugby. Ovvero imparare a gestire l’aggressività, condividere un sistema di regole e apprendere il significato di tre parole semplici, che sono l’anima del gioco (e a ben vedere della vita, dentro e fuori dal carcere): condivisione, appartenenza, sostegno.Alla scoperta del senso profondo di una meta.”.

Certo, molto dipende da chi dirige il carcere, e in questo senso è innegabile che a Bollate si applichi una politica che non tende a tener lontano il territorio, ma al contrario si avvale di tutte le risorse che questo può proporre. Tra queste risorse c’é l’A.S. Rugby Milano che dal 2013 dà vita al Progetto Rugby Bol che vede coinvolti una cinquantina di detenuti nella squadra che svolge regolari allenamenti e partite all’interno della struttura. Il nome della squadra, scelto dagli stessi detenuti, Rugby Barbari Bollate, vuole sottolineare le diverse culture che si incontrano all’interno della casa di reclusione.

Altra cosa che tengo a sottolineare è la fonte delle notizie riportate nell’articolo, Fuoridalcomune.it che così si presenta: “il 1° quotidiano online di informazione legata ai paesi della Martesana. Si occupa di cronaca della Provincia Est di Milano, ed è edito dall’Associazione Culturale Fuori dal Comune webmedia.Il sito web offre una panoramica di notizie su temi legati alla cronaca, all’attualità, alla cultura, al sociale, all’economia, alla politica, allo sport, al turismo e all’ambiente. L’obiettivo è raccontare ciò che accade in un territorio che spesso i media ignorano e che invece ha tanto da offrire per far parlare di sé. Il tutto sempre con sguardo attento a ciò che accade fuori, nel resto d’Italia e del mondo: Fuori dal Comune, appunto!”. Credo sarebbe utile che nascessero sempre più esperienze di questo tipo, anche perché non c’é niente di meglio che partire dal proprio particolare prima di ‘sblaterare’ sul generale.

La partita comunque è finita con la vittoria dei Barbari Bollate contro l’A.S. Rugby Milano 25-10. “Per i detenuti questo rappresenta un importante momento di semilibertà: escono dal carcere e vivono insieme a noi del Club un pomeriggio di sport e divertimento, confronto e condivisione” commenta Sergio Carnovali, presidente dell’A.S. Rugby Milano che dal 2013 con i suoi volontari porta avanti il progetto ‘Rugby Bol‘ . Il rugby è una filosofia di vita. Ha la capacità di trasmettere il senso delle regole, solidarietà e rispetto” sottolinea il presidente del Club biancorosso che impegnandosi nel sociale, unisce il più alto livello tecnico di gioco all’evoluzione di un sistema educativo e aggregante.

Qui potete trovare l’articolo di “Rugbytoitaly” con una bella carrellata di immagini della partita.

Racconta uno dei protagonisti del documentario: “Mi sono sorpreso di me stesso e della capacità di dare di più e di non arrendersi, non conta quanto tu sia bravo in questo sport, ma il carattere e l’insistenza. Non devi mollare. E nella vita è così, non bisogna mollare, non bisogna scoraggiarsi. Perché il tuo sforzo andrà a contribuire a quello di tutta la squadra. La cosa che mi ha veramente colpito è che quando qualcuno ti fa un fallo, non importa il fallo, ma come reagisci. Ti insegna a incassare. E a rialzarsi da terra” .

Ed eccovi, se avete avuto la pazienza di leggere sino a qui, il documentario!

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