La lunga latitanza di Cesare Battisti giustifica il suo isolamento di fatto da più di sedici mesi ?

Dal 14 gennaio dello scorso anno, Cesare Battisti si trova in carcere ad Oristano, dove ha trascorso i primi sei mesi in isolamento diurno. Trascorso tale periodo, però, l’isolamento di fatto è continuato essendo l’unico detenuto in quel carcere in AS2 (Alta Sicurezza 2) e quindi di fatto impossibilitato a parlare con qualcuno che non siano i secondini.

Cesare Battisti durante il processo ai PAC

La vicenda politica di Cesare Battisti è probabilmente tra le più diffuse e sicuramente tra le più mistificate. A chi volesse farsene un’idea segnalo un libro edito da Deriveapprodi “Il caso Cesare Battisti: quello che i media non dicono”; questa una breve presentazione dal sito dell’editore: “La campagna mediatica unilaterale, e spesso menzognera, sulla vicenda di Cesare Battisti si inserisce nel più ambizioso quadro di un definitivo giudizio di criminalizzazione delle lotte dei movimenti degli anni Settanta. A questo scopo vengono negate le conseguenze sociali di una legislazione d’emergenza che perpetuandosi nei decenni successivi ha finito con l’erodere le fondamenta dello Stato di diritto.
Disconoscere questa evidenza e trattare «l’affaire Battisti» come un caso singolare significa non capire in primis le ragioni giuridiche che hanno spinto il ministro brasiliano Tarso Genro a dare un parere favorevole all’asilo politico; in seconda istanza rendere impossibile una «soluzione politica» di quegli anni di conflitto che consenta a tutti gli attori di assumersi le proprie responsabilità e di fare.“.

Battisti, oggi sessantaseienne, è affetto da diverse patologie, quali epatite B e affezioni polmonari, come certificato dalla cartella clinica in possesso del carcere. Su questa base l’avvocato Steccanella aveva presentato un’istanza di detenzione domiciliare, in considerazione dell’alto rischio Covid 19 per una persona in quelle condizioni. Ma, come riportato da Il Secolo XIX del 18 maggio scorso, “sarebbe stata trovata per lui una soluzione interna dal Dap”. Lo stesso Tribunale di  sorveglianza che il 26 novembre 2019 gli aveva “concesso” i 45 giorni di riduzione della pena previsti dalla legge, dando atto che “nel corso della carcerazione subita ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione, facendo inoltre registrare una condotta regolare…”.

Certo era difficile immaginare che dopo la tempesta che ha travolto i vertici del DAP per le scarcerazioni a causa del Covid 19, molto delle quali poi revocate, si prendessero la briga di mettere mano al caso Battisti.

Priscila Luana Pereira, ex compagna di Cesare Battisti e madre del suo figlio brasiliano.

Da “Lundi.ma” apprendiamo che gli è stato finalmente permesso di parlare via Skype con il figlio brasiliano ma solo un quarto d’ora a settimana («perché solo un quarto d’ora» ha chiesto, «perché tu sei tu» gli è stato risposto).

In questo quadro è lecito, se non doveroso, domndarsi che senso abbia la sua detenzione in regime di As2? A suo tempo il fine era evidentemente quello di compiacere l’arrogante, allora ministro dell’interno, Salvini. Ma come è accaduto anche per altri provvedimenti criminali del leghista, con la codardia tipica di politici e burocrati, nessuno si è voluto far carico di riesaminare la situazione detentiva del “pericoloso terrorista”.

Proprio partendo da questo dato, l’avvocato Davide Steccanella, suo difensore di fiducia, nei giorni scorsi ha inoltrato al DAP  una richiesta di “declassificazione” e trasferimento  in altro carcere più accessibile tanto per i familiari quanto per lo stesso difensore. Ovviamente bisognerà attendere i tempi “tecnici”della burocrazia per conoscerne l’esito.

Salvini e Bonafede

La vicenda del suo “arresto”, in piena era salviniana, non aveva mancato di suscitare reazioni che andavano dal trionfalistico alla contenuta soddisfazione, nonostante la pagliacciata dell’allora ministro dell’interno e di quello che è l’attuale ministro della giustizia recatisi all’aeroporto per godere del loro “momento di gloria”.  Non mancarono voci fuori dal coro forcaiolo, ma su certi argomenti la gran parte dei giornalisti non va oltre le veline, specie quelli della stampa definita “main stream” . 

Altrimenti avrebbero dovuto fare i conti con imbarazzanti scoperte.  Ad esempio – come riportato nella memoria dell’avvocato Steccanella al DAP – che il carcere di destinazione, così come notificato al suo difensore, doveva essere quello di Rebibbia. Tanto che il 14 gennaio la “Squadra giudiziaria dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea Ciampino – Urbe” comunicava al difensore che “Al termine della redazione degli atti di rito, è stato dapprima accompagnato presso il Gabinetto di Polizia Scientifica per essere fotosegnalato poi preso in consegna da personale della Polizia Penitenziaria – Nucleo Traduzioni  della Casa Circondariale Rebibbia N.C.M. – Roma, preventivamente interessato, che ha provveduto a condurlo ed associarlo presso quell’istituto di pena.”.

C’è però un’altro aspetto, tutt’altro che marginale, che in Italia è passato praticamente sotto silenzio: l’attività di romanziere di Cesare Battisti. In Italiano sono stati pubblicati sino ad oggi 5 romanzi: “Travestito da uomo”, Granata Press, Bologna, 1993 – “L’orma rossa”, Einaudi, 1999 – “L’ultimo sparo. Un «delinquente comune» nella guerriglia italiana”, Derive-Approdi, Roma, 1998 – “Avenida Revolución”, Nuovi Mondi Media, Ozzano nell’Emilia, 2003 e “Faccia al muro”, DeriveApprodi, Roma, 2012.

In Francia, invece, sono dieci i romanzi pubblicati, oltre ad un racconto in una raccolta che comprende anche un testo di Carlo Lucarelli. E giovedì 28 maggio uscirà il nuovo libro di Cesare Battisti, “Indio”, per la collana “Cadre noir” dell’editore Seuil .

Questa la presentazione del libro pubblicata su “lundi.ma”: “Non si ritornerà qui sui 37 anni di fuga di Cesare Battisti, sulle condizioni ignominiose del suo rapimento extragiudiziale in Bolivia, né sul rinvio della pubblicazione del suo ultimo romanzo . Perché l’opera, sembra, sarà in libreria giovedì prossimo, e “Indio” dimostra ancora una volta che si tratta anche di un romanziere di grande talento: affermarla prende oggi, contro i suoi detrattori di diversi ambienti e i suoi persecutori statali e mediatici, una valenza immediatamente politica.“.

Indio Pessoa – spiega lo scrittore Serge Quadruppani – è un personaggio misterioso che, il giorno del suo incontro con il narratore, gli ha annunciato la sua intenzione di recarsi in bicicletta a 350 chilometri di distanza, a Cananea, chilometro zero delle strade brasiliane. In questa città costiera nel sud del Brasile, tra rosari di isole, mangrovie e laguna, troviamo Indio annegato. Incidente? Crimine? La sua scomparsa è legata alle ricerche che conduceva per dimostrare che il Brasile sarebbe stato scoperto non dai portoghesi ma da un pirata ottomano e da uno studioso ebreo, ossia Barbarossa e Cosimo Fernandes? O all’esistenza di un galeone carico d’oro affondato nelle vicinanze? Tra realismo magico sudamericano e finzione nera all’italiana (con un buon pizzico di gastronomia), romanzo storico e errante sognante, il nativo di Latina ci offre un romanzo d’avventura che vuole Dare la parola al popolo indiano, sempre perseguitato e massacrato sulla propria terra. Dire anche le ingiustizie inflitte alla generosa comunità di pescatori di Cananeia, che resiste all’onda nera degli imprenditori senza scrupoli che vorrebbero cancellare da questo mondo ogni umanità».

“lundi.ma” ha anche lanciato un invito a sostenere Cesare Battisti nel suo lavoro di scrittore: “… Ora, ha intrapreso un racconto ambizioso, sulle tracce di due personaggi, Khaled, originario del Rojava, e Zahra, sudanese, che fuggono davanti a Daesh, dalla Siria del Nord-Est fino alla Puglia, in Italia, passando per il Libano, il Sudan, la Libia… Cesare ha quindi bisogno di documentazione, ecco le sue richieste:

Rojava: mappe, soprattutto della zona di confine con la Turchia, trovare un villaggio dove nasce Khaled, informazioni sulla vita culturale, vestiti, cibo, Khaled essendo animatore, ci vorrebbe un progetto culturale impiantato dai curdi; immagini dei luoghi e delle persone (montagne, pianure, fiumi, laghi); il meglio sarebbe testimonianze di persone che hanno fatto queste strade; so che c’è una strada di migranti verso il Libano: ci sono campi profughi, informazioni generali? Mi servono anche nomi e cognomi maschili e femminili curdi.

Libano: Stessa cosa: carte, vestiti, cibo, una città sulla costa con mappa dettagliata da dove imbarcarsi per l’Africa (ho letto qualcosa su questo); i percorsi, i campi, immagini, nomi e nomi libanesi.

Sudan e Libia: lo stesso tipo di notizie, mappe, ecc. Mi serve una città sudanese dove collocare i due personaggi principali, con un ospedale per il parto di Zahra. Ho bisogno di una mappa di questa città e di alcune informazioni sugli edifici pubblici. La cosa migliore sarebbe, come sempre, di avere racconti e testimonianze C’è una versione di Al Qaeda in Sudan, mi serve il suo nome e alcuni dettagli. E anche nomi di persone. Per la Libia, ho già materiale, mi mancano informazioni sulla milizia nazista «Alba Dorata» che massacra i migranti.
Inviaci del materiale, che faremo seguire da lui. E forse un rapporto diretto con lui sarà presto possibile”

 

 

 

 

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