Becco di ferro Non si tratta di fare l’anarchia oggi, o domani o tra dieci secoli; ma di camminare verso l’anarchia oggi, domani e sempre. (Errico Malatesta)

17 Ottobre 2017

Una testimonianza sulla vita di ogni giorno di Steve Paddock, autore della strage di Las Vegas

Filed under: General — alfredo simone @ 18:31

Sul suo sito, Greg Palast, giornalista investigativo statunitense, ha pubblicato l’articolo che trovate più sotto a proposito della vita di ogni giorno di Steve Paddock, il killer autore della strage più sanguinosa della storia statunitense, quella di Las Vegas. L’articolo è stato ripreso da diversi siti:  all’insegna del “repetita juvant”, e buon ultimo, lo rilancio a mia volta, pensando che possa essere una lettura interessante.

Sono andata a scuola con lo sparatore di Las Vegas

 

[Los Angeles, 14 ottobre  2017] Quando eravamo alla Scuola superiore, John H. Francis nel quartiere di Sun Valley, Los Angeles, a Steve Paddock e a me si chiedeva di frequentare il laboratorio di elettronica. Alla Scuola superiore e alla Scuola media ci si chiedeva di frequentare lezioni di metallurgia, in modo che potessimo far funzionare i trapani verticali negli impianti della General Motors (GM). Abbiamo scelto di fare degli schizzi, delle cianografie.

Paddock. Palast. Stavamo seduti l’uno accanto all’altro a quei tavoli da disegno con i nostri righelli di forma  triangolare e le matite # 2, in modo che potessimo poi trovare un impiego alla Lockheed (industria aerospaziale, n.d.t.) come disegnatori di progetti degli aerei da caccia. Oppure facevamo utensili e stampi per fabbricare le maniglie dei frigoriferi alla GM dove assemblano i frigoriferi Frigidaire e veicoli Chevrolet (Chevy).

Ma non avremmo pilotato aerei da caccia. Da qualche parte all’Accademia Phillips o Andover (una Scuola superiore statunitense) uno scemo che aveva come padre un pozzo di petrolio stava per andare all’università di Yale e poi a pilotare i nostri caccia sorvolando il Texas. Noi non saremmo andati a Yale. Saremmo andati in Vietnam. Poi, al ritorno, se avevamo ancora due mani, andavamo alla GM o alla Lockheed.

Non è una coincidenza che molta della popolazione studentesca della nostra scuola fosse  formata da studenti di origine latino-americana.

Ma se si andava a “Bevvie”, la Scuola superiore Beverly Hills o alla Hollywood, non si frequentavano i laboratori di metallurgia. Si frequentavano i corsi avanzati di francese o quelli di calcolo. Non avevamo il francese di livello avanzato, non avevamo nulla di francese. Non eravamo sistemati e non avanzavamo.

Steve era un mago in matematica. Sarebbe dovuto andare all’UCLA (Università della California, sede di Los Angeles), o a Stanford, ma le nostre classi lo qualificavano soltanto per il College Valley di Los Angeles o il Northridge dello Stato della California. Qualsiasi stupido poteva accedervi. Ed era quasi gratuito. È il college dove ci si aspettava che Steve andasse e ci andò con il suo grosso cervello da mago della matematica. E poi Steve andò alla Lockheed, dove si supponeva andassimo, fino a quando la Lockheed chiuse gli impianti nel 1988. Steve se ne andò e prese la buonuscita.

dopo il NAFTA, (L’Accordo nordamericano per il libero scambio), chiuse anche la GM.

Terra delle opportunità? Ebbene, ditemi: chi ha queste opportunità? Alcuni di voi possono e alcuni non possono immaginare una vita dove non vi è stata proprio data un’occasione giusta. Se siete più bravi, è ancora più penoso perché avete la faccia attaccata alla finestra per osservare Loro. Loro hanno i contatti gusti per Stanford. Loro hanno la miniera d’oro. Noi abbiamo il tunnel.

E qui che sono stati educati Paddock e Palast: Sun Valley, l’ano di Los Angeles. Letteralmente. Lì c’è la rete fognaria. È in un fosso sotto le colline di Hollywood, dove lo smog diventa una specie di brodo giallo come il vomito. Qui è il posto dove Los Angeles scarica la sua  urina e i perdenti di cui si ricordano soltanto quando hanno bisogno di lavoro a poco prezzo e soldati pagati poco quando i gusanos  non ne forniscono abbastanza dal Messico.

https://www.youtube.com/watch?v=E4pRK9iOC9w

 

Vi porterò a Sun Valley. È nel mio film, The Best Democracy Money Can Buy (La migliore democrazia che il denaro può comprare). Nel film , in una specie di scena di un sogno, l’attrice Shailene Woodley mi riporta nella vecchia casa rovinata della mia famiglia, tra le erbacce e poi lungo la strada San Fernando, vicino alla casa di Steve. Dai un’occhiata, America. Lungo il percorso che una volta arrivava all’impianto della GM, si vedono dei camper che i sindacalisti avevano comprato per le vacanze. Ora ci vivono.

No, il cervello di Steve era troppo grande per finire sulla strada. Viveva in appartamenti vuoti in edifici da quattro soldi che comprava, e poi in una casa in un tratto di strada desolato, fuori Reno, in Nevada. Rido quando dicono che era “ricco.” Voleva essere Loro, avere la loro roba. Ci è arrivato vicino.

È stato riferito che Steve era un giocatore di azzardo professionista. Un’altra risata. Era dedito a intorpidire il suo grande cervello, stando seduto per quattordici ore al giorno al buio davanti alle macchine dei video poker. Era un perdente. Avete mai incontrato un giocatore d’azzardo che diceva di essere un Perdente Professionale?

È giusto chiedermi: perché tu non sei finita in una stanza di albergo con un  fucile semi-automatico AR-15 e 5000 colpi di pallottole ad alta velocità? Perché ho un lavoro, una carriera, un’ossessione: scovare Loro, i coglioni coccolati dai papà, che ci hanno fatto questo, gli sciacalli miliardari sorridenti che traggono profitti dalla lenta decomposizione delle vite di coloro con i quali sono cresciuta.

 

Caro lettore: la pubblicazione che ha tirato fuori questa notizia all’ultimo minuto era semplicemente terrorizzata che sarebbe stata accusata di approvare il massacro. Paddock ha massacrato delle brave persone, freddamente, con intensa crudeltà, distruggendo vite e centinaia di famiglie per sempre. Se pensate che stia creando delle scuse per lui, allora rinuncio. Ma sappiate anche questo: il redattore della pubblicazione con base a Beverly Hills, che è un  laureato a Stanford non poteva capire che, proprio come i reduci della guerra del Vietnam che perfino oggi soffrono di PTSD (Disturbo post-traumatico da stress), così anche chi ha perduto la guerra di classe, può impazzire per un PTSD che permane e che rosicchia completamente la loro vita.

Scrive Langston Hughes in una poesia: “Che cosa accade a un sogno rinviato? Si… infetta come una piaga? Puzza come carne imputridita? Si affloscia … come un carico pesante? Oppure esplode?”.

 

Steve, hai creato più orrori che la tua vita stretta in un angolo potrebbe mai giustificare, ma devo proprio dirtelo, Steve: lo capisco.

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Fonte: gregpalast.com. Scelto e tradotto da Maria Chiara Starace per Z Net Italy (Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0)

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