Da tempo ricevo la newsletter de “I diavoli”, “un progetto culturale, editoriale e di informazione specializzato in tematiche finanziarie, economiche e sociali. La nostra struttura redazionale è – per scelta – leggera, ma possiamo contare su una fitta rete di collaboratori esterni perché sentiamo il bisogno, come Anteo, di affondare i nostri piedi sulla Terra per trarne forza ed energia”.
Oggi vi propongo un loro articolo, che mi ha decisamente colpito, in cui si parla di “The Handmaid’s Tale” (Il racconto dell’ancella), una serie televisiva statunitense di quest’anno, ideata da Bruce Miller e basata sull’omonimo romanzo distopico (in sostanza, il contrario di utopico) Il racconto dell’ancella del 1985 dell’autrice Margaret Atwood, poetessa, scrittrice e ambientalista canadese, attiva nel movimento femminista. (Nella foto sopra, una scena del film, sotto il trailer).
https://www.youtube.com/watch?v=oBuIG2hifd8
Del lungo e approfondito articolo (clicca qui per il testo integrale) vi copio solo l’ultima, conclusiva parte.
“Una riflessione sul qui e ora
Non è una forzatura parlare della serie come di un horror puro in cui la dimensione dell’incubo è costante, la possibilità di risveglio negata e le istanze narrative del realismo sempre attive, come in un’azione a rilascio lento, dietro la cortina della proiezione fantascientifica.
In questo The Handmaid’s Tale si costruisce su un meccanismo narrativo dall’inusuale efficacia, capace di trasmettere allo spettatore una sensazione di costante pericolo, che non ha nulla di catartico e che stimola – sempre a debita distanza dalla resa didascalica – una riflessione insistente sul qui e ora.
La tensione, sapientemente alimentata da lunghi piani sequenza accompagnati da musiche inquietanti, sollecita ad andare oltre la visione per indagare i significati più profondi della storia. E forse proprio l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, insieme all’emersione di movimenti legati alla galassia della destra estrema e a una nuova retorica della supremazia di genere veicolata sul web attraverso precise strategie comunicative, ha creato – per contrasto – le migliori condizioni per la trasposizione televisiva del romanzo della Atwood. È molto probabile che, nell’America di un clintonismo di ritorno, The Handmaid’s Tale ci avrebbe fatto meno paura o, quanto meno, sarebbe apparsa meno profetica…
Invece, come ci avvertono le protagoniste «Tutto è cambiato poco alla volta» o, ancora, «Quando hanno annullato la Costituzione non ci siamo svegliati». Ovviamente il pretesto del golpe e la proclamazione della legge marziale è costituito da una serie di attentati terroristici e dal crescente clima di paura che impone la violazione dello stato di diritto per esigenze di sicurezza.
Il monito è chiaro, non fraintendibile, e bisogna augurare alle donne, e a noi tutti, di tener fede all’oscuro motto scoperto da Difred in un momento di profondo sconforto: Nolite te bastardes carborundorum – Non lasciare che i bastardi ti schiaccino, sorella!”