Becco di ferro Non si tratta di fare l’anarchia oggi, o domani o tra dieci secoli; ma di camminare verso l’anarchia oggi, domani e sempre. (Errico Malatesta)

11 Luglio 2017

Effetto Lorenzin: 11 vaccini obbligatori anche in Francia, ma già si pensa ad una “clausola di esenzione” per i genitori riluttanti

La ministra della Sanità francese, Agnès Bazyn, ha annunciato il proposito di rendere obbligatori 11vaccini per i bambini: oggi sono obbligatori solo quelli contro la difterite, il tetano e la poliomelite. Questa la mia traduzione, sicuramente perfettibile, dell‘articolo di Liberation, del 9 luglio, che riporta l’appello alla ministra Bazyn di alcuni intellettuali a nome di alcuni genitori di bambini piccoli. 

Photo Voisin. Phanie

Vaccini obbligatori, un gesto politico autoritario a beneficio dei laboratori

“Dopo la polemica creata dall’aumento del numero di vaccini obbligatori, il ministro della sanità sta considerando una “clausola di esenzione” per i genitori riluttanti. Perché la diffidenza è grande di fronte agli effetti negativi. I genitori chiedono alle autorità pubbliche una maggiore trasparenza e indipendenza nei confronti delle aziende farmaceutiche.

Vaccini obbligatori, un gesto politico autoritario a beneficio dei laboratori

Signora Ministro,

No, non siamo né incoscienti né mal informati. No, non basterà fare della “pedagogia” con noi. Perché sappiamo che i vaccini hanno reso possibile eliminare delle epidemie invalidanti e persino mortali. Siamo convinti dell’importanza di vaccinare la popolazione in maniera massiccia. Sappiamo anche che se una percentuale significativa della popolazione cessa di essere vaccinata, le epidemie, finora estinte, riappariranno. Non è quindi per ignoranza che siamo in Francia milioni di genitori, medici e professionisti che si oppongono al Suo progetto per ampliare l’obbligo di vaccinazione nei neonati e bambini da tre a undici, vale a dire tutti i vaccini raccomandati nel 2017. Secondo un sondaggio pubblicato nel settembre 2016, quasi un francese su due è diffidente circa gli  effetti collaterali, proponendo della ragioni che sarebbe onesto non ridurre a una paura irrazionale trasmessa da lobby antiscientifiche e antivaccinazione.

Che ne dite del mio nuovo strumento?

Questo si chiama “rapporto benefici-rischi”. Quando avete dei neonati e li portate dal vostro pediatra, questi vi spiega che tutte le vaccinazioni suggerite dalle autorità sanitarie dovrebbero essere fatte, quando il rapporto benefici-rischi della vaccinazione suggerita è positivo. Cioè, se è ufficialmente riconosciuto che i vaccini pongono rischi per la salute, il vantaggio di proteggere le popolazioni è maggiore del rischio per l’organismo umano. Il problema è che, se il beneficio è conosciuto, comunicato e spiegato, i rischi rimangono molto poco conosciuti. E questo a diversi livelli.

Innanzitutto a livello di farmacovigilanza: le autorità sanitarie pubbliche restano silenziose e senza reazione di fronte ai casi di gravi effetti collaterali individuati nel censimento degli incidenti vaccinali, sottovalutati a causa di una partecipazione minoritaria di pediatri e di medici generici alle notifiche dei vaccini.

Poi, a livello di ricerca, a cui apparterrebbe giustamente cercare in modo più sistematico, e a lungo termine, i possibili legami tra i sintomi presentati dai pazienti interessati e alcuni vaccini, studiando gli effetti dei coadiuvanti (incluso l’alluminio) e dei vaccini polivalenti, così come gli effetti della moltiplicazione delle somministrazioni di vaccini, nel neonato e nel bambino molto piccolo il cui sistema immunitario non è ancora maturo, ecc. Questa ricerca, tuttavia, è come minimo poco incoraggiata, quando non è minacciato – a questo proposito sarà utile leggere la testimonianza del professor Romain Gherardi.

Louis Pasteur supervisiona l’inoculazione del suo vaccino contro la rabbia a un giovane ragazzo, negli anni 1880. Incisione su legno (XIX secolo). Foto AKG

In questo contesto di sotto-informazione, sarà facile spiegare ai genitori “mal informati” che esistono solo alcuni rari casi di effetti collaterali relativi al vaccino, e che i loro benefici superano i rischi nei quali incorrono le persone vaccinate. Sarebbe comunque necessario riconoscere i pochi dati di cui si dispone per trasmettere “informazioni” del genere.

No, la “diffidenza” dei francesi (compresi i medici generici) non è il risultato di “disinformazione” come spiegato, con condiscendenza, il professor Alain Fischer, Presidente della ‘Consulta cittadina sulla vaccinazione’ istituita nel 2016 dall’ex ministro della sanità. La diffidenza è legata ad un crescente sospetto – lungi dall’essere solo francese – per quanto riguarda l’ampiezza degli effetti indesiderabili legati ai nuovi vaccini plurivalenti, per i coadiuvanti che entrano nella loro composizione. E questo sospetto è nutrito dall’inerzia delle autorità pubbliche, che incomprensibilmente rifiutano di rispondere mediante un’accresciuta farmacovigilanza, trasmessa dalla ricerca indipendentemente da qualsiasi interesse industriale, nonché dall’applicazione di un principio precauzionale quanto meno giustificato dal clima di sfiducia diffusa. Invece, qual è la risposta politica prevista? Un obbligo di immunizzazione estesa, che equivale a tentare di sradicare una crisi di fiducia attraverso un gesto politico autoritario. Per i genitori riluttanti o diffidenti, questo significherebbe essere costretti ad accollarsi sulla salute dei loro figli un rischio di cui non potrebbero misurare la natura esatta. È sempliemente scandaloso.

Il 29 giugno, nelle colonne del “Parisien”, 200 grandi medici collettivamente hanno preso la parola per sostenere il ministro della salute nel suo progetto. Hanno parlato del suo “coraggio politico”! Ma che coraggio c’è a usare la forza per costringere le persone senza dare loro spiegazioni? Il vero coraggio non sarebbe, piuttosto, quello di porre limiti al potere industriale e finanziario, che agisce e si esprime impunemente?

Non possiamo permetterci di perdere un solo dollaro di business“, ha scritto nel 1970 la società americana Monsanto, in un documento interno ai suoi venditori per dare loro “elementi del linguaggio” a fronte degli argomenti di coloro che correttamente denunciavano gli effetti cancerogeni del PCB. Una frase impressionante, che ricorda a coloro che vogliono a tutti i costi occuparsi di politica – quindi, in linea di principio, dalla difesa dell’interesse comune – che la motivazione degli industriali farmaceutici e chimici (produttori di vaccini con alluminio come gli altri) è l’aumento dei profitti dei loro azionisti, e molto meno la salute delle popolazioni.

Mettere limiti alle grandi aziende farmaceutiche sarebbe diventato impossibile? In caso contrario, come si spiega che un ministro della salute preferisce rendere obbligatori i vaccini commercializzati da tali imprese, invece di imporre loro la commercializzazione di quelli che sono obbligatorie (il vaccino DTPolio, non più disponibile dal 2008)? Come spiegare che la ministra si rifiuta di chiedere loro di riconsiderare la composizione di quei vaccini che sono sospettati di presentare rischi per la salute umana? È la dipendenza del governo dagli interessi macroeconomici è così forte che al legittimo progetto politico di un’accresciuta e rigorosa farmacovigilanza, nonché alla ricerca all’avanguardia sugli effetti dei nuovi vaccini, preferisce il disprezzo e l’abbandono delle vittime di malattie derivate dal vaccino, e l’emarginazione dei pochi coraggiosi ricercatori che osano perseguire il cammino indicato loro dalla scienza?

Signora Ministro, il vero coraggio politico non è disprezzare le voci dei cittadini che esprimono la loro diffidenza verso certe forme di prodotti ovviamente essenziali come i vaccini. Non si tratta neppure di suggerire a coloro che si oppongono all’esteso obbligo di immunizzazione, di disinnescare la loro opposizione, di considerare una clausola di esenzione contro di loro. Si tratta piuttosto di rafforzare la ricerca, la trasparenza e porre limiti agli interessi privati.

Séverine e Christophe Angebault-Rousset, Miguel Benasayag, François Cam, Bastien Cany, Angélique del Rey, Geraldine Gaudefroy-Demomby

Da alcuni genitori di bambini piccoli

E’ un vaccino anti difterite, anti tetano, anti polio e, soprattutto, anti terrorista.

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