Becco di ferro Non si tratta di fare l’anarchia oggi, o domani o tra dieci secoli; ma di camminare verso l’anarchia oggi, domani e sempre. (Errico Malatesta)

27 Settembre 2017

E’ partito oggi da Milano il “Viaggio in Italia di DiEM25 con Yanis Varoufakis e Lorenzo Marsili”: sabato 30 la prima assemblea nazionale a Napoli

Filed under: General — alfredo simone @ 20:39

In questi giorni si parla, e ancor più si sentirà parlare di DiEM25 (Democracy in Europe Movement 2025), il movimento politico europeo lanciato da Yanis Varoufakis.

E’ partito infatti oggi da Milano  “Il Viaggio in Italia di DiEM25 con Yanis Varoufakis – ministro delle finanze di Tsipras prima della svolta liberista di quest’ultimo e famoso per la sua motocicletta –  e Lorenzo Marsili”, fondatore e direttore di European alternativesche farà tappa domani a Torino, Murazzi – ore 20:30h Festival Proxima del 99; venerdì 29 a Ferrara, ore 14h, Festival di InternazionaleIl tempo dell’impegno Ferrara, Teatro Comunale, e alle 20.30 aBologna a Movimenti e città d’Europa, evento organizzato da Teatro Polivalente Occupato/Coalizione civica; Sabato 30, alle 12, Prima assemblea nazionale DiEM25 – Casa Tolentino, Gradini San Nicola da Tolentino; a seguire, ore 18, “Dalle città ribelli all’Europa disobbediente”, al Teatro Politeama. Domenica 1 ottobre, tappa conclusiva a Palermo, ore 18.30, per “Europa, il futuro passa dal Mediterraneo” Cinema de Seta.

Ma che cos’è DiEM25? Ecco la risposta, dal sito diem25.org : “DiEM25 è un movimento di democratici, paneuropeo e senza confini.

Noi crediamo che l’Unione Europea si stia disintegrando. Gli europei stanno perdendo la fiducia nella possibilità che vi siano soluzioni europee ai problemi europei. Nello stesso momento in cui la fiducia nell’UE è in declino, vediamo montare la misantropia, la xenofobia e il più pericoloso nazionalismo.

Se questo processo non viene fermato, temiamo un ritorno agli anni ’30 del secolo passato, con tutto ciò che di così nefasto per la storia essi comportarono.

Ecco perché ci siamo riuniti a dispetto delle nostre diverse tradizioni poilitiche – Verdi, sinistra radicale, liberali – per riuscire a raddrizzare questa china pericolosa in cui L’UE sta scivolando. l’UE deve diventare il regno della prosperità condivisa, della pace e della solidarietà per tutti gli europei. Dobbiamo agire rapidamente, prima che l’UE si disintegri.

DiEM25 – che può contare sul sostegno di personalità di spicco come Brian Eno, Noam Chomsky – ha già chiaro un obiettivo: “Nel 2019, anno delle prossime elezioni europee, per la prima volta nella storia del continente dovremo essere in grado di costruire una vera forza di rottura europea, capace di portare avanti una campagna innovativa e dirompente, dal Portogallo alla Polonia. Passando per l’Italia.“. Per saperne di più su questo movimento, e credo sia importante farlo, ecco il Manifesto di DiEM25, disponibile nella versione lunga, qui, e in quella corta, qui.

Questa il testo della prima pagina del Manifesto di DiEM25:

UN MANIFESTO PER DEMOCRATIZZARE L’EUROPE
Per quanto, a livello globale, manifestino preoccupazione verso questioni come l’immigrazione e il terrorismo, le potenze hanno un solo vero spauracchio: la Democrazia!
Si autoproclamano paladini della democrazia ma solo per negarla, esorcizzarla e sopprimerla nella pratica. Quello che un tempo fu il governo dei popoli europei, il governo della demos, oggi è il loro incubo.
L’Unione Europea avrebbe potuto essere la tedofora della democrazia, dimostrando al mondo come la pace e la solidarietà possono essere strappate dalle fauci dei fanatismi e dei conflitti secolari.
Disgraziatamente una burocrazia e una moneta comune dividono i popoli europei che iniziavano a sentirsi uniti malgrado la diversità delle nostre lingue e delle nostre culture diverse.
In seno al collasso dell’UE si cela un inganno illegittimo: un processo decisionale, fortemente politico, opaco e imposto dall’alto viene presentato come “apolitico”, “tecnico”, “procedurale” e “neutrale”. L’obiettivo è impedire agli europei di detenere il controllo democratico su denaro, finanza, condizioni lavorative e
ambiente.
Il prezzo di questo inganno non coincide solo con la fine della democrazia ma anche con politiche economiche insufficienti:
• Le economie della Zona Euro si stanno muovendo verso la scogliera dell’austerità competitiva, il che provoca una recessione permanente nei paesi più deboli e stimola minori investimenti nei paesi centrali
• Gli stati membri dell’UE che si trovano fuori dalla Zona Euro sono alienati e per questo cercano idee e partner in ambienti sospetti
• Disuguaglianze senza precedenti, la perdita di speranza e la misantropia germogliano in tutta Europa
Più soffocano la democrazia, meno diventa legittimo il loro potere politico e maggiore la forza della recessione economica e il loro bisogno di promuovere l‘ autoritarismo. Così i nemici della democrazia raccolgono rinnovata forza mentre perdono la loro legittimità e limitano speranza e prosperità ai pochi eletti (che possono solo goderne dietro i cancelli e i recinti necessari per fargli da scudo dal resto della società).
Questo è un processo invisibile per cui la crisi europea sta facendo chiudere i nostri popoli in se stessi, gli uni contro gli altri, amplificando nazionalismi preestistenti, xenofobia. La privatizzazione dell‘ansia, la paura dell‘ altro, la nazionalizzazione dell‘ambizione e il ritorno alla nazionalizzazione della politica, minacciano una velenosa disintegrazione degli interessi comuni da cui l‘ Europa non ha che da perdere.
La reazione patetica dell‘ Europa alle sue crisi bancarie, i debiti, la crisi dei rifugiati, al bisogno di una politica estera, migratoria e antiterroristica coerente, sono tutti esempi di cosa succede quando la parola solidarietà perde il suo significato.
A questo punto, compaiono davanti a noi due opzioni terrificanti:
• ritirarsi nel bozzolo dei nostri Stati-nazione
• o vivere nella zona anti-democratica di Bruxelles
Ci deve essere qualche altro percorso praticabile. E, infatti, c’è! È quello che vede l’“Europa” ufficiale resistere con ogni suo nervo a un atteggiamento autoritario:

In chiusura, il link ad un articolo di Brian Eno, con video, e quello ad Opendemocracy, che si presenta così: ‘Trump may not be good for America, but he’s damn good for CBS
Leslie Moonves, CEO of the CBS Corporation (Annual media revenues: $9.57 billion) – Trump può non essere un bene per gli Stati Uniti d’America, ma è dannatamente buono per CBS Corporation (Introito annuo medio  $9.57 billion). 

 

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