Umanità Nova: Il giornalismo controcorrente

Le Maquis – Biblioteca Anarchica e Libertaria.  ha pubblicato il 13 settembre la tesina di Silvia Storti “Il giornalismo contro corrente. Analisi di Umanità Nova” (anno accademico 2002/2003) che rilancio volentieri per contribuire a far circolare notizie ed informazioni sull’Anarchia da fonti attendibili. Per chi fosse interessato qui.  il Testo Unico dei Doveri del Giornalista, In vigore dal 1° gennaio 2021.

In particolare leggere questa tesina mi ha riportato alla mente le trasferte alla tipografia degli anarchici di Carrara per stampare “Il Bollettino del Coordinamento dei Comitati contro la Repressione” alla cui redazione ho partecipato dando anche la firma come direttore responsabile.

Parlare del Coordinamento dei Comitati Contro la Repressione vuol dire parlare anche di Primo Moroni, che del Coordinamento fu il “regista”, e delle tante compagne e dei tanti compagni che partecipavano alle riunioni, molte/i delle/dei quali provenivano, viaggiando a loro spese, anche da molto lontano, come ad esempio i partecipanti dei comitati della Puglia.

“Le notizie possono essere diverse anche se riguardano lo stesso episodio, la stessa persona, gli stessi dati”. Sergio Lepri.
1 . PREMESSA
Fin dal momento in cui è stata proposta la tesina per il corso di “Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico”, non ho avuto alcuna esitazione nella scelta dell’argomento.
Vivo a Carrara e ho sempre saputo dell’esistenza della tipografia anarchica in Via S. Piero, tuttavia non avevo mai avuto il coraggio di informarmi più approfonditamente nonostante la mia curiosità. Ho colto l’occasione della tesina per approfondire le mie conoscenze sul giornalismo anarchico ed esplorare un modo di fare informazione diverso dal solito.
Devo confessare che questo lavoro mi è costato molto in fatto di ricerche, dato che non ho trovato libri di riferimento e ho dovuto visitare le sedi anarchiche per raccogliere le informazioni di cui avevo bisogno.
Ringrazio in modo particolare il tipografo Alfonso, il quale gentilmente si è prestato alle mie domande, fornendomi il materiale per il lavoro e tutti i numeri Umanità Nova dal mese di gennaio a maggio.

Errico Malatesta (S.Maria Capua Vetere, Caserta, 14 dicembre 1853 – Roma, 22 luglio 1932)

2. UMANITA NOVA
“Umanità Nova si presenta settimanalmente in edizione cartacea come luogo di comunic/azione, d’incontro, interventi e riflessioni su fatti e vicende dell’anarchismo sociale, dei movimenti libertari,
antiautoritari, anticlericali, di mondo del lavoro e sindacalismo di base, azione diretta, lotte sul territorio, spazi sociali e percorsi autogestionari”.
“Sulla mappa del mondo che vogliamo non ci sono confini, stati, caserme, prigioni, basi militari, fabbriche di morte…ogni settimana diamo voce a chi, giorno per giorno, disegna un mondo libero e solidale clandestini, sovversivi, disertori, senza dio, senza patria, senza padrone… uomini e donne liberi”.
La presentazione, tratta dal sito web del settimanale, rende chiaro l’obbiettivo del giornale, ossia quello di fornire uno spazio informativo diverso dalla stampa ordinaria, rivolto a tutti coloro che si sentono vicini al pensiero anarchico e al più vasto movimento libertario.
3. LA STORIA
Umanità Nova nacque il 26 Febbraio del 1920 a Milano da un progetto del Movimento Anarchico che nei due anni precedenti aveva promosso una sottoscrizione per raccogliere fondi e adesioni. Il primo direttore responsabile fu Errico Malatesta (Santa Maria Capo Vetere 1853- Roma 1932) che all’epoca era la figura più stimata e rappresentativa dell’intero Movimento. Egli definì l’impostazione strategica del Movimento, ribadita ancora oggi, del gradualismo rivoluzionario, che non è una strategia riformista, ma un meccanismo di crescita dell’opzione rivoluzionaria e delle capacità di autogestione attraverso obbiettivi parziali nella quotidianità delle lotte contro il dominio.
All’origine il giornale usciva come quotidiano ma nel periodo fascista fu sottoposto a censura e nel 1921 la sede di Milano fu completamente distrutta dai fascisti, tuttavia ancora prima della Liberazione alcuni numeri, considerati clandestini, furono stampati
a Firenze e il tipografo fu arrestato. La stampa riprese regolarmente solo nel 1945 a Roma, questa volta come settimanale e da allora continua ad uscire ininterrottamente sostenuto da autofinanziamenti.

«La Cooperativa Tipolitografica» di Carrara

Grazie ad una sottoscrizione, nel 1974 fu creata la tipografia di Carrara, mentre negli anni precedenti si utilizzavano quelle di tipo commerciale. La redazione non ha una sede fissa, dopo gli inizi di Milano e Roma ha avuto sede ancora a Milano, poi Bologna, Palermo, Carrara, Livorno, Milano, Cosenza e attualmente è a Torino.
Per molti anni i redattori, dopo aver concluso il loro lavoro, furono costretti a raggiungere Carrara per stampare il settimanale. Oggi il problema è stato risolto, infatti, grazie alle moderne tecnologie di comunicazione la tipografia riceve via email, e in tempi brevissimi, gli operati della redazione.
4 . COME S I PRESENTA
Umanità Nova è stampato con carta riciclata in formato A3 (30×42). lI nome della testata occupa circa un quarto della prima pagina ed è scritto con un carattere nero squadrato che si sovrappone alle iniziali in rosso UN, in modo da creare l’accostamento dei due colori simbolo del movimento anarchico.
Il settimanale ha mantenuto la veste grafica del quotidiano, anche se si differenzia per alcune peculiarità che rompono dalla tradizionale struttura.
Il tipo d’impaginazione appare superata e la gerarchia dei quattro quadranti, o optical point, relativa alla divisione funzionale degli spazi in spalla, apertura, taglio e piede non è utilizzata. La prima pagina, infatti, si presenta compatta e contiene la parte iniziale dei due principali articoli, anche se l’occhio è catturato dalla grande immagine che accompagna il titolo principale. In questo spazio può essere collocata una fotografia o una vignetta, generalmente a carattere polemico, scattata o disegnata da collaboratori del settimanale.
L’uso dell’immagine non è l’unico elemento volto a spezzare la compattezza della pagina, infatti è presente anche una “finestra” laterale che propone i titoli degli articoli inseriti nelle otto pagine. Da un punto di vista grafico-comunicativo gli articoli all’interno appaiono poco attraenti agli occhi del lettore perché compatti, molto ampi e scritti a caratteri tipografici ridotti.
Le pagine sono suddivise in sei colonne (ad eccezione della prima e l’ultima su tre colonne di diversa giustezza) e un articolo può occuparle interamente.
E’ evidente come siano trascurati i moderni criteri d’impostazione grafica ed estetica adatti a letture veloci e superficiali, probabilmente perché si presuppone che il lettore sia veramente interessato agli argomenti proposti in ragione della sua fede anarchica, oltre ad avere più tempo per poterli leggere, di conseguenza appare superfluo “comprare” il target con i soliti accorgimenti grafici.
I contenuti di carattere generale sono decisi settimanalmente dalla redazione, secondo le potenziali esigenze dei lettori e gli argomenti di spicco della scena politica e sociale. La struttura del giornale non presenta pagine tematiche, unica eccezion fatta per la rubrica inform@zione, non pubblicata con regolarità, che tratta di resoconti e fatti i cui protagonisti sono aderenti al Movimento. Inoltre, ci sono spazi dedicati a comunicati, iniziative del Movimento e incontri. Particolare curioso è la colonna riservata al bilancio che settimanalmente informa i finanziatori-lettori sulla situazione abbonamenti e saldo finale.
Durante particolari occasioni sono pubblicati degli inserti, l’ultimo è stato quello del 26 gennaio 2003: “Contro tutti gli
eserciti. Contro tutte le guerre” a cura de “L’assemblea Antimilitarista e antiautoritaria”.
In Umanità Nova è assente qualsiasi tipo di pubblicità commerciale, appunto perché autofinanziato non ha bisogno di riempire le pagine con messaggi promozionali

5 . IL LINGUAGGIO
Un linguaggio giornalistico comprensibile non deve significare l’adozione di un lessico di base, fatto di un numero limitato di parole e privo delle mutazione proposte dalla lingua.
I racconti informativi, inseriti nelle otto pagine di Umanità Nova, non rifiutano parole ed espressioni difficili o dotti richiami storico-politici e culturali, anzi, chi scrive presuppone che il target sia informato su gli eventi passati e la cronaca attuale, in ogni caso gli articoli sono sempre forniti di notizie utili per farsi una propria opinione.
L’uso del linguaggio corrente si alterna con uno più composito, non sempre si rispetta lo stile sobrio, scarno, privo il più possibile di aggettivi che nel giornalismo attuale è divenuto la regola.

Alcuni articoli incitano i lettori e gli aderenti al Movimento ad azioni dirette per contrastare alcuni operati dello Stato e soprattutto il militarismo. Il tono di queste sollecitazioni è senza mezzi termini, soprattutto negli articoli riportati nel periodo in concomitanza con la guerra in Iraq e il vertice del G8 ad Evian. Di seguito ho riportato alcuni esempi.
ESEMPI DI SOLLECITAZIONI:
Gli anarchici federati [.] devono far proprie le seguenti posizioni: l’azione diretta contro tutte le basi e le strutture militari,presenti sul nostro territorio; una campagna per la diserzione e l’obiezione agli obblighi permanenti/../;boicottaggio di banche ed aziende coinvolte nella produzione e il commercio di armi ;
Riempire le piazze è importante ma non basta. Fermare la guerra, inceppare la macchina mostruosa del militarismo richiede un impegno quotidiano, un’insubordinazione collettiva che metta sabbia negli ingranaggi bellici.’ (.);
• Insomma quello che alla fine ci interessa è di poterci liberare una volta per tutte di ogni forma di coercizione, di sottomissione, di imposizione che soltanto gli stati, capitalismo e sfruttamento ci possono dare: in poche parole vogliamo liberarci della loro società militare e militarizzata|.|*;
• [.] in tutti i luoghi dove sarà possibile: ammutinamenti, blocchi, manifestazioni, disobbedienza civile [.].
CURIOSITÀ: uso frequente di compagni e compagne per interpellare i federati; non sempre uso delle maiuscole per parole come: governo, stato, ministro della repubblica, etc.

6 . LA TITOLAZIONE
Come è noto, il titolo ha la funzione di ridurre i tempi di lettura, interpretare il fatto e veicolare il massimo dell’informazione nel minor spazio possibile. Umanità Nova offre titoli emotivi, ossia titoli paradigmatici con la funzione di commento e una notevole capacità d’urto, soprattutto grazie alla comunanza di linguaggio con il pubblico.
I criteri della titolazione sono uno degli aspetti più moderni del settimanale infatti dominano la sintesi, l’elissi, forestierismi, citazioni e abbreviazioni, senza vincoli di forma o altre particolari regole. La maggior parte dei titoli esprime dissenso ed enfatizza i contenuti attraverso numerosi registri: allusivo, emotivo, polemico etc. In genere sono composti di un breve occhiello e dal sommario che occupa una sola riga, mentre è omesso il sottotitolo e il catenaccio.
Ritengo opportuno riportare alcuni esempi di titoli apparsi nel periodo gennaio-marzo:

  • “Sceriffi a Genova. WANTED”
  • “In nome della libertà, della civiltà, della giustizia…USA pronti al massacro. LE BOMBE DELLA DEMCRAZIA”
  • “CONTRO LA GUERRA DEGLI STATI CONTRO LA PACE SOCIALE”, “FASCISTI A
    MILANO”.

(2 Ruoli e obiettivi della Fai (n. 1/12ngennaio 2003) – 3 La dittatura della maggioranza 9/9 marzo 2003 – 4 vedi nota 3 – 5 Cfr. Eco)

7 . IL TARGET
Il lettore è uno dei tre attori fondamentali della comunicazione indiretta, o mediata, insieme alla fonte dell’informazione e agli organi di stampa. Un giornalista che scrive un articolo dovrebbe rispettare alcuni orientamenti di base, come la gerarchia delle funzioni del giornale, gli interessi prevalenti degli individui-lettori, il loro grado d’istruzione e la padronanza della lingua. Seguire queste indicazioni aiuta a rendere comprensibile la lettura e ad avvicinarsi al modello ideale di giornale come “diario stampato del paese natio*. (*cfr. Lippmann.)
Ho osservato personalmente una buona empatia tra Umanità Nova e il suo pubblico. Le esigenze, i principi, le tradizioni, il linguaggio e i gusti del giornale sono in piena sintonia con ciò che il suo pubblico vuole leggere. In seguito ai movimenti No Global e all’attivitàdei sindacati di base, il numero delle copie vendute è aumento.
I lettori di Umanità Nova, in ogni caso, non sono un segmento molto ampio ed è facile definirli, soprattutto, per le loro credenze (anti) politiche e sociali. Alcuni lettori interagiscono con il giornale, infatti, collaborano direttamente inviando articoli, comunicati e proposte di ogni genere.
L’obiettivo di ampliare il target non è tra le priorita del settimanale che, piuttosto, preferisce occuparsi di una piccola nicchia che sappia apprezzare i suoi contenuti. Non essendo ammessa la pubblicità commerciale, vista come una ideologia che sottomette e controlla chi l’accetta, ampliare il target diviene un obbiettivo perseguibile solo con canali compatibili.
Pur non esistendo statistiche o ricerche, dalle mie interviste ai membri del Movimento è emerso che il target è abbastanza vario, precisamente il giornale è letto sia dall’anziano che dall’adolescente passando per tutte le fasce d’età. Tra i lettori vi sono molti giovani studenti o lavoratori, prevalentemente di sesso maschile tra i 17 e 30 anni interessati alla storia e all’attualità. La presenza giovanile in molte attività all’interno del settimanale favorisce la sua diffusione tra i coetanei.
La particolare forma di distribuzione del settimanale gioca un ruolo determinante per l’individuazione del target. Umanità Nova è venduto fuori delle scuole, durante manifestazioni, concerti o eventi di vario genere, quindi in situazioni in cui i giovani sono la maggioranza del pubblico. Ciò risulta determinante per la diffusione della filosofia anarchica nelle nuove generazioni che molto spesso sono affascinate dalla carica di questi movimenti.

SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA PER UMANITÀ NOVA 12 Settembre 2024 Redazione_web

E’ interessante notare come in ogni pagina, escluse la prima e l’ultima, trovino spazio le iniziative indette dai vari collettivi anarchici d’Italia, in questo modo i lettori sono tenuti al corrente degli appuntamenti di grande valore simbolico.

8. TIRATURA E CANALI DI DISTRIBUZIONE
Come spiega Alfonso, tipografo di Carrara: “Il Movimento Anarchico è contro ogni spreco, questo è il motivo per cui non utilizziamo l’edicola come canale di distribuzione. Il numero di copie richiesto per poter accedere all’edicola è di 30.000 copie, anche se la speranza di vendita si aggira sulle 1000 copie. Ciò comporta non solo un notevole spreco monetario, ma anche materiale di carta e inchiostro. Per esempio, il Corriere della Sera stampa giornalmente circa 400.000 copie ma ne vende solo 80.000, e il resto?”.
Umanità Nova vive di autofinanziamenti e non dà spazio alla pubblicità commerciale, di conseguenza qualsiasi tipo di dispendio potrebbe sarebbe immorale e compromettente. La pubblicità, come ho già detto, è avvertita come un’ideologia che schiaccia la libertà, impone controlli e condiziona il pensiero di chi scrive. Il tipografo ricorda: “Agli inizi anche il Manifesto aveva rifiutato la pubblicità, ma nel momento in cui si piegò ai compensi pubblicitari della FIAT il suo taglio editoriale si stravolse, questo è ciò che la nostra stampa vuole evitare.”
La tipografia di Carrara stampa 3.600 copie a settimana, di cui 950 sono destinate agli abbonati all’estero e le altre hanno una certezza di vendita più o meno assicurata.  La diffusione di Umanità Nova avviene principalmente per abbonamenti e alcune copie raggiungono tramite corriere le sedi anarchiche d’Italia, una piccola parte arrivano alle librerie delle grandi città, altre sono destinate alla distribuzione diretta.
L’uscita dalle scuole, concerti, manifestazioni ed eventi di vario genere, sono un importante canale per la diffusione del settimanale esolitamente èun compito affidato agiovani volontari.
Il settimanale ha dovuto adeguarsi alla modernità, infatti è presente anche in formato telematico. Ogni settimana la redazione aggiorna il sito: propone tutti gli articoli in versione integrale, i comunicati e inoltre è possibile consultare un archivio con i numeri del settimanale dall’anno 1997 fino all’anno in corso 2003. Dal sito è possibile accedere, attraverso i link indicati, ad altri siti anarchici anche internazionali.

9. I COMPITI DELLA REDAZIONE

Umanità Nova ha una redazione itinerante, infatti nel corso degli anni ha avuto diverse sedi sparse per l’Italia.
La decisione dell’ubicazione spetta al Congresso della Federazione Anarchica Italiana (F.A.L.) che si raduna circa ogni due ani per discutere sula situazione politico-sociale e coordinare i federati. Tra i vari argomenti di dibattito, stabilisce anche la sede della redazione e di solito sono gli stessi gruppi anarchici a proporsi facendone esplicita richiesta.
Attualmente la redazione ha sede a Torino presso la Federazione Anarchica Torinese.

9.1 I compiti della Redazione

La redazione ha un carattere prevalentemente tecnico- organizzativo ed è composta da gruppi o collaboratori che provvedono a decidere gli articoli e gli argomenti da trattare.  (ndr, Il XXVI Congresso si è svolto a Imola il 4,5,6gennaio203.)
Non esiste un caporedattore, le decisioni sono collegiali e spettano al Comitato di Redazione.
La redazione si occupa della gestione del settimanale in diversi modi:
– scelta degli argomenti-notizia da trattare: generalmente sono analisi proprie o problemi sociali e di sensibilità comune;
– selezione delle collaborazioni giunte in redazione, infatti, oltre a commissionare articoli ai collaboratori sparsi in tutta Italia, molti lettori inviano spontaneamente i loro pezzi, magari spinti dall’impulso di dover dichiarare o evidenziare qualche accadimento, in ogni caso la Redazione si accerta che i pezzi siano veritieri e conformi ai principi;
– attività di supporto: le ricerche di archivio, le consultazioni e il reperimento di fotografie, vignette e materiale di vario genere;

  • eventuale titolazione;
  • indicazioni del corpo tipografico e della giustezza per la
    composizione del materiale già redazionalmente definito.

Senza parole

Come ho già sottolineato, gli argomenti trattati nel settimanale sono soprattutto di carattere politico-sociale, spesso sono critiche, analisi o resoconti. Può accadere che la Federazione Anarchica indìca delle riunioni nazionali per chiedere chiarimenti circa eventuali violazioni di principi e canoni negli articoli, a parte questi sporadici episodi, vi è molta libertà di parola e pensiero all’interno del giornale, eccezione fatta per elogi nei confronti dello Stato o i suoi Funzionari.
9.2 Giornalisti e Fonti primarie e secondarie
Coloro che scrivono su Umanità Nova non sono dei veri e propri giornalisti, anzi, per loro scrivere articoli è una seconda professione, o meglio, un impegno che svolgo mossi dalla fede verso l’anarchia, anche perché non ne traggono profitto. Spesso il “giornalista” è la fonte della notizia, poiché testimone diretto dei fatti o autore di riflessioni. In periodi di manifestazioni o proteste sono utilizzati i resoconti e le testimonianze fornite dai compagni che prendono parte agli eventi.
Altro tipo di fonte sono gli archivi delle sedi, nei quali si possono reperire giornali, fotografie e documentazioni storiche utili per chiarimenti e conferme. In Italia vi sono dei grandi archivi a Milano, Reggio Emilia, Scandicci e Carrara.
Le fonti intermedie, o secondarie, non sono certo i classici uffici stampa, i portavoce o i pubblici ufficiali, anzi, queste fonti possono essere rifiutate e discreditate. Diviene dunque necessario leggerle criticamente.
Le notizie e i dati possono essere attinti dalla stampa e dalle fonti ufficiali di Governo, ma sempre con una certa cautela visto che sono sospettate di essere manovrate dal potere. Due estratti dal numero del 19 gennaio 2003 ci aiutano a capire la considerazione verso la stampa nazionale:
– “…  è sempre meglio dubitare delle verità che ci vengono fornite su un piatto d’argento dalla grande stampa” ( Tutti a La Spezia il 25 gennaio. DISERTORI DI TUTTE LE GUERRE, DI TUTTI GLI ESERCITI !) 19 gennaio 2003;
– “Un quotidiano …si comporta da strumento politico/poliziesco. Forse nulla di nuovo per chi è abituato a leggere politicamente le funzioni degli strumenti di comunicazione di massa.” (Sceriffi a Genova. WANTED) 19 gennaio 2003.
In conclusione, l’effetto che si può ottenere attraverso un diverso confezionamento della notizia è quello di apparire diversa.

10. ANALISI DI UN ARTICOLO

L’immagine consente purtroppo di leggere solo il titolo dell’articolo

Dalla SARS, ovvero ancora i “Promessi Sposi” MALATTIE DI CLASSE.
Ho scelto di analizzare un articolo che non trattasse di un argomento strettamente politico ma, tuttavia, facesse desumere il tipo di linguaggio, il tono e le concezioni proposte dalla stampa anarchica.
L’articolo, firmato da un certo Paolino, è apparso nel numero 17 dell’11 maggio 2003 e condivide pagina quattro insieme con un articolo sulla vittoria di Bush in Iraq.
Occupa circa due terzi della pagina ed è scritto su cinque fitte colonne senza il supporto d’immagini. La foto che si trova inserita tra le ultime due colonne è riferita ad un pezzo nella pagina successiva, questo “errore” è dovuto solo a ragioni di spazio, ma potrebbe essere fuorviante nell’ interpretazione.
10. 1 Il titolo
II titolo è composto da un pungente sommario che anticipa il tono provocatorio dell’articolo (MALATTIE DI CLASSE), mentre il focus, la SARS, si evince dall’occhiello che propone una riflessione sulle epidemie attraverso un’analogia con il romanzo dei Promessi Sposi. Sembra che il parallelismo sia stato un po’ trascurato nel testo, infatti, il suo significato non è spiegato all’interno dell’articolo e solo nell’ultima riga se ne fa accenno: “… I] ragazzi, i “Promessi Sposi” non sono mai finiti…”. I contenuto dell’articolo, nonostante tutto, ha una buona consonanza con il sommario polemico e il suo gioco di parole.
10.2 Il lead
Alcune ricerche hanno dimostrato che dopo un intervallo di tempo, che va dai trenta ai novanta secondi, gli occhi del lettore si spostano automaticamente dal testo che sta leggendo ad un altro, se non c’è qualcosa che blocchi la sua attenzione o solleciti i suoi interessi conoscitivi o le sue curiosità. Il lettore di Umanità Nova riesce a mantenere l’attenzione sull’intero articolo oltre il tempo considerato, proprio perché spinto dall’interesse a comprendere il punto di vista dei compagni e, di conseguenza, a riaffermare il suo. In effetti lo stile degli articoli ignora qualsiasi regola di sobrietà del moderno linguaggio giomalistico e il lead è sempre abbastanza anticonvenzionale. Anche in questo articolo il lead non aderisce alla regola delle cinque W, – (ndr, iniziali di Who, What, When, Where, Why) – propone un interrogativo indiretto che trasforma la domanda nella vera notizia, nel focus: quali sono le condizioni di salute nel mondo?

Una vignetta da “L’asino”, rivista satirica di ispirazione socialista, valida ancora oggi. 

10.3 La struttura
Fin dalle prime righe è palese l’accusa nei confronti della società moderna, il mondo dei ricchi, che non ha saputo prevedere, attraverso uno sguardo lungimirante e dei laureati competenti, la malattia di classe che adesso le si sta ritorcendo contro. All’interno del testo, trova spazio una considerazione sul popolo africano che non sarebbe pronto ad affrontare l’epidemia nella condizione di miseria e vulnerabilità in cui si trova. L’accento è posto sulla povertà che uccide più delle malattie, argomento che sarà ripreso poco più avanti al fine di colpevolizzare la stampa di menefreghismo e quindi disinformazione.
L’autore propone una sua opinione in merito, una specie di soluzione, ritiene che sarebbe utile studiare la storia della medicina per comprendere la ciclicità e i tempi del sorgere delle epidemie per prepararsi in anticipo. L’articolo va avanti con una serie di informazioni mediche sulla SARS ma abbastanza comprensibili.
Sotto accusa sono l’inefficienza e mancanza di tempestività delle Autorità Sanitarie e il disinteresse nei confronti della salute degli esseri umani, a causa della troppa preoccupazione riservata all’economia e alla ricchezza dei pochi sulle spalle dei molti.
Nela conclusione l’autore espone un dubbio: la Cina, paese in crescita e con manodopera a basso costo, ha allacciato rapporti in tutto il mondo e con tutti i settori dell’imprenditoria, ciò significa che isolarla totalmente costituirebbe un enorme danno economico, ragione per cui si preferisce rischiare sulla pelle dell’intera popolazione mondiale piuttosto che perdere denaro.
L’ultima frase, si apre in modo un po’ volgare, sottolinea che “;
Promessi Sposi non sono mai finiti”. Questa conclusione si riaggancia all’occhiello che, come ho già detto, è stato un po’ trascurato nel focus dell’articolo.
10.4 Lo stile e il linguaggio
L’articolo è scritto in prima persona singolare in uno stile colloquiale e comprensibile. Paolino scrive con lo scopo di far riflettere i compagni, dunque il linguaggio informale e diretto è il mezzo migliore per “interagire” con loro: “Insomma, siamo alle solite ; “Figuriamoci se …”, “Cazzus, ragazzi …”, etc.”.
I periodi sono lunghi e la punteggiatura non è sempre appropriata, inoltre si ritrovano alcune parole ricercate come: “popolazioni defedate, assurgere, eclatante…”•
Ridicolizza la società, il sistema e le Autorità, fa risaltare le sue perplessità mettendo tra parentesi alcune esclamazioni: ” udite udite”; “più o meno”, “pare”. lI must del pezzo è il tono sarcastico che risponde all’esigenza di polemizzare contro il mondo dei ricchi e il sistema in generale, schierandosi dalla parte dei paesi poveri.

11 ESISTE UNA DEONTOLOGIA? E UN’ETICA?
Deontologia, nella moderna definizione, corrisponde all’insieme di doveri che riguarda una categoria di persone, mentre l’etica è intesa come quel sistema di valori che ispira la condotta e fa appello alla coscienza.
Nel porre la domanda se esista una deontologia o un’etica nel giornalismo anarchico, il tipografo di Carrara non ha esitato nel rispondere, anche se ha precisato che sarebbe necessario un ampio discorso storico epolitico per comprendere l’argomento.
La risposta, in ogni caso, è stata affermativa perché esistono delle norme che si appellano soprattutto alla coscienza di chi scrive, dunque al rispetto dei principi del Movimento.
Tra le norme, una delle principali è di scrivere sempre la verità (che difficilmente coincide con quella divulgata dalla stampa ufficiale) rimanendo conformi alle idee anarchiche, pertanto, negli articoli o nelle riflessioni sarà impossibile trovare lodi allo Stato, ai padroni o a fedi religiose. Non sono permessi attacchi personali e gli argomenti degli articoli non dipendono da decisioni di singoli, ma sono definiti collegialmente.
Per quanto riguarda l’etica, gli scopi verso cui è indirizza la condotta di coloro che scrivono su Umanità Nova sono molteplici e riguardano i fondamenti del pensiero anarchico, tra i principali: proclamare l’uguaglianza, al pace, al globalizzazione della libertà, l’autonomia ecc.
Gli anarchici non si preoccupano di quali mezzi occorrano per raggiungerla, perché ritengono che la controinformazione sia necessaria, sia sottoforma di critica sia d’intervento. Dice il tipografo: “Gli avvenimenti vanno letti in chiave disincantata giorno per giorno, purtroppo, per motivi tecnici, la nostra reintrepretazione può avvenire solo settimanalmente, ma è importante capire per disilludersi .”
Ogni qualvolta i pezzi non sono in sintonia con canoni o i principi anarchici, può intervenire li Comitato di Redazione per ridimensionarli e al limite non pubblicarli. Nel caso in cui sia la stessa Redazione a non rispettare i fondamenti anarchici, può esprimersi il Congresso della Federazione con richiami.

12. CONCLUSIONI: QUALE VERITA’?
Partendo dal presupposto che la verità giornalistica è un concetto astratto e relativo e, come afferma Lippmann, che non esiste la verità ma solo notizie, possiamo affermare, nonostante le critiche politiche e alcune accuse, che la stampa anarchica sia un giornalismo con la funzione di svelare una verità che solitamente è nascosta dalla stampa ufficiale. Più che uno “svelare” è un interpretare in modo diverso i fatti, con modelli etici e principi differenti, fino ad apparire come un’altra verità. Secondo gli anarchici, infatti, i media nazionali sono troppo concentrati a fare gli interessi del potere e della pubblicità tanto da non svolgere correttamente la funzione dell’informare.
Per capire il senso del discorso, bastano due celebri esempi che ricordano le polemiche su versioni di verità contrapposte: il caso guerra in Iraq e la morte di Carlo Giuliani per il G8 di Genova. Parlare di stampa anarchica significa vedere la notizia da un altro punto di vista, dare un’interpretazione alternativa dei fatti e per alcuni migliore.
Per concludere, vorrei puntualizzare che le frequenti accuse mosse da parte dell’opinione pubblica nei confronti dei mass media nazionali, dimostrano che non sempre il principio di giustizia’ si traduce in un atteggiamento d’imparzialità neppure nell’operato dei media più autorevoli. La maggior parte delle persone crede di “ricevere” la verità dai giomali o dalla televisione, senza considerare che non esiste una sola verità. Questa accuse sono sostenute anche dalla stampa anarchica nei confronti dell’informazione tout court, vista come incompleta, al servizio dello Stato e non sempre onesta. E’ chiaro che non si può giudicare quale sia il modo giusto di fare informazione, ma fare confronti e ampliare le proprie vedute è un buon inizio per crearsi un proprio pensiero.
Nessuno può mettere in dubbio l’affermazione che qualsiasi giornalista svolge il suo mestiere all’interno di circuiti di potere, politico o economico, sociale o culturale, per cui il giornalismo, anche quando è portavoce di un dissenso, è esercizio di potere al servizio, nei casi più nobili di un’idea, in quelli meno nobili di un interesse. (Crf. I cinque principi etici del giornalista stilati da Lambeth).
Silvia Storti

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