Sono solo canzonette… ma non per la censura

La memoria fa affiorare lontani ricordi scolastici, tra cui Viva Verdi per inneggiare a Vittorio Emanuele Re d’Italia sfuggendo alla censura austriaca.

La censura di cui parliamo oggi è molto più recente.

Iniziamo col brano pubblicato da Edoardo Bennato nel 1975, nell’album Io che non sono l’imperatore.

“Signor Censore che fai lezioni di moraleTu che hai l’appalto per separareIl bene e il male, sei tu che diciQuello che si deve e non si deve dire…”

Come scriveva Alice Mammola, sulle colonne di “Il mago di Oz” il 2 Dicembre 2021, “… La censura musicale è un esempio emblematico della libertà di espressione proprio per la sua potenza comunicativa ed emotiva; nei secoli sono stati dati al rogo libri e proibite canzoni e generi musicali, dal jazz d’importazione oltreoceanica scomodo all’italianità osannata dal regime fascista, alle note diaboliche del blues di Robert Jhonson, dai testi dei Beatles a quelli di Plant, dallo swing alle canzoni antifasciste e antifranchiste. …”.

Ancora Alice Mammola ci parla di Fausto Amodei: “tra i fondatori dei Cantacronache, descrive il censore come “un tutore della pubblica morale che vede il male anche dove non ce n’è”. Il censore assomiglia un po’ al caro patriarcato, con un pizzico di paternalismo e cristianesimo. …”

Sempre nel 2021, ma il 15 maggio 2021, , aka Stefano Di Trapani, ha pubblicato su Rolling Stone.it l’articolo dal titolo “Bennato, Dalla, Vasco: 10 canzoni censurate (o autocensurate) – Voci contraffatte, pezzi esclusi dai festival, testi cambiati per accontentare radio e discografici. Protagonisti: Battiato, Battisti, Elio, persino Capitan Harlock e i Pooh. Questa l’introduzione all’articolo: “L’impeto censorio è spesso paradossale e dibattuto, nel tentativo di razionalizzarlo. Giorgio Gaber diceva che era necessario censurare il cattivo gusto in tv, anche se giustificato in nome della libertà creativa, ipotizzando una censura “positiva” (argomento molto caro anche a Ian Svenonius che ne ha fatto un libro molto discusso, Censura subito). La storia della canzone italiana si è sempre distinta per censure, censurette, autocensure, controcensure, che si tratti di temi scomodi, religiosi, politici, sessuali. La lotta tra la censura (che sia esterna o introiettata) e gli artisti è un braccio di ferro perenne che a volte ha stimolato i secondi a dribblarla creativamente, fino a vincere al fotofinish. Ecco quindi 10 fra i casi più interessanti di “modifichette” alla canzone italiana, in ordine sparso.”

Sempre su Rollingstone.it, ma il 21 gennaio 2015, Lorenzo Barbieri.  aveva pubblicato l’articolo   “- I 10 casi di censura più clamorosi della musica italiana | Dalla dovette cancellare una bestemmia, Vecchioni un riferimento ai “coiti anali”. Ecco una lista tutta da ascoltare, che finisce in bellezza con Mina.”.

Madonna sfida la censura di Instagram 27-11-2021

Non poteva mancare Sorrisi e Canzoni con un articolo di del 9 gennaio 2017, in cui vengono prese in esame testi italiani e non, titolato “10 canzoni censurate, dagli anni 60 a oggi – Cos’hanno in comune Lady Gaga, Madonna e Roberto Vecchioni? Sono tutti passati sotto la forca della censura. Ecco le curiosità dietro 10 brani contestati” “Oggi suona quasi strano – scrive Gasparella – ma fino ad alcuni anni fa i cantanti e le band del mondo del rock in primis, ma anche del pop, dovevano stare molto attenti a ciò che dicevano all’interno dei loro brani. La censura era infatti molto più rigida rispetto ai giorni nostri: una frase dal messaggio anche solamente sospetto poteva sfociare nel boicottaggio di una canzone, di un album, talvolta dell’artista stesso. I temi incriminati sono ovviamente il sesso, le droghe, la politica, la religione, la violenza, e a volte anche i suoni troppo “estremi”. Insomma, qualche anno fa bastava davvero poco per avere dei guai con la censura e questo continua anche oggi, seppur in misura minore: tanti sono i casi di canzoni che contengono più beep che parole.”.

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