Consiste di 240 pagine piene di scrittura e illustrazioni. La datazione al carbonio lo colloca intorno all’anno 1420. Gli studiosi hanno speso migliaia e migliaia di ore a studiarlo. Ma il cosiddetto Manoscritto Voynich ha una caratteristica notevole rispetto a qualsiasi altro: nessuno capisce una parola di esso. Il mese scorso, Josh Jones ha scritto su questo singolarmente strano artefatto testuale qui presso Open Culture, tra cui una versione digitalizzata presso l’archivio di Internet che è possibile sfogliare e leggere voi stessi — o quasi “leggere”, dato che la lingua del testo, se di questo si tratta, rimane non identificata. Ma prima di farlo, si potrebbe voler guardare la breve introduzione di TED-Ed al manoscritto Voynich sopra.
La voce narrante del video descrive le pagine di “piante reali e immaginarie, castelli, donne, diagrammi di astrologia, anelli dello zodiaco e soli e lune con facce che accompagnano il testo,” lettura tratta da un saggio di Stephen Bax, studioso del manoscritto Voynich e professore di lingue moderne e linguistica presso la Open University.
“I crittografi dicono che la scrittura ha tutte le caratteristiche di un vero linguaggio, ma uno che nessuno ha mai visto prima.”Interamente ottimamente decorato con un effetto pergamena, il manoscritto presenta il lavoro di quello che sembrano non meno di tre mani: due che lo hanno scritto e quella che ha fatto i disegni.
Incuriosito? O forse hai già una vaga idea di una nuova teoria per spiegare la provenienza di questo bizzarro, apparentemente enciclopedico volume, da aggiungere alle molte che sono venute prima: alcuni credono che l’autore del manoscritto o gli autori abbiano scritto in codice, altri che “il documento è una bufala, scritto con parole senza senso per fare i soldi ai danni di un acquirente credulone “da un “truffatore medievale”o dallo stesso Voynich, e alcuni che pensano ad un tentativo “di creare un alfabeto per una lingua parlata, ma non ancora scritta.” Secondo altri, l’avrebbe scritto il filosofo del XIII secolo Ruggero Bacone . O forse il mistico elisabettiano John Dee. O forse streghe italiane, o alieni.
Basta uno sguardo e Il manoscritto di Voynich pone domande che potrebbero prendere un’eternità per rispondere — come qualsiasi grande opera della letteratura dovrebbe.
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