Becco di ferro Non si tratta di fare l’anarchia oggi, o domani o tra dieci secoli; ma di camminare verso l’anarchia oggi, domani e sempre. (Errico Malatesta)

15 Luglio 2017

Quarant’anni dopo torna Gianfranco Manfredi con “Ma chi ha detto che non c’è – 1977 l’anno del big bang”, un libro in “crowfunding”

Quarant’anni fa Gianfranco Manfredi pubblicava il suo secondo album” Ma non è una malattia“, brano di apertura del disco che conteneva nove brani, tra i quali, appunto, “Ma chi ha detto che non c’è“. L’esordio musicale Manfredi l’aveva fatto qualche anno prima con “La crisi“, anche in questo caso un branco che dà il titolo all’album, in cui alternava abilmente brani “tosti”, come appunto “La crisi” (clicca qui per scaricare testi e mp3, grazie a bibliotecamarxista.org) ad altri non meno efficaci ma giocati più sull’ironia, come, ad esempio, “E Giuseppe leggeva Lenin“. 

“Ma non è una malattia” venne pubblicato dalla mitica “Ultima Spiaggia”, fondata nel 1974 da Ricky Gianco e Nanni Ricordi.

Per la stessa etichetta pubblicherà poi  “Zombie di tutto il mondo unitevi”. Il disco, scritto con Ricky Gianco, divenne poi uno spettacolo “cult” di cui fu fatto anche il libro. L’anno successivo, il 1978, Manfredi pubblica Biberon, per certi versi l’album conclusivo del percorso iniziato musical-politico iniziato con “La crisi”.

Gianfranco Manfredi, laureato alla Statale di Milano in filosofia, è però un artista  estremamente versatile, capace di alternare musica – sette album, di cui alcuni con Ricky Gianco – libri, in cui ha spaziato dalla saggistica, tra cui “L’amore e gli amori in J. J. Rousseau (1735-1755). Teorie della sessualità” , alla narrativa  con “Magia rossa”, primo della dozzina di romanzi scritti ad oggi – e incursioni nel mondo del cinema come attore e come sceneggiatore, esordendo in entrambi i “ruoli” con “Liquirizia”, di Salvatore Samperi.

Senza dimenticare l’attività di “fumettaro” a cui Manfredi si è dedicato, nuovamente come sceneggiatore”, con grande entusiasmo e nella quale ha saputo spaziare nei generi, con personaggi come “Gordon Link”, “Magico Vento”, “Adam Wild”, fino all’incontro col mitico Tex Willer.

Ed ecco, tratto da una bella intervista al portoghese “Tex Willer Blog” (clicca qui per la versione integrale in italiano) cos’é il fumetto secondo Gianfranco Manfredi: “E’ un mix tra narrazione visiva (affine a quella del cinema) e narrazione letteraria. Non richiede, a differenza del cinema, una macchina produttiva complessa, e consente, a differenza della letteratura, di lavorare in gruppo, come una piccola bottega artigiana“.

Attualmente il sito di Gianfranco Manfredi, gianfrancomanfredi.com, è in ristrutturazione ma chi volesse conoscerlo meglio può seguirlo sulla sua pagina facebook.

Tornando a “Ma chi ha detto che non c’è – 1977 l’anno del big bang”, da coetaneo di Gianfranco Manfredi sono estremamente curioso di leggere  come, lui che quegli anni li ha attraversati e li ha raccontati con grande efficacia, li ripropone oggi, quarant’anni dopo. Credo anche che potrà essere una lettura stimolante e “nutriente” per le generazioni che il mitico ’77 lo conoscono, in gran parte se non del tutto, per sentito dire, e spesso da fonti decisamente poco attendibili. E mi sento di poter dire che la sua presentazione di questo suo nuovo libro me ne dia conferma.

su un muro del Liceo Tasso di Roma (antiwarsongs.org)

 

Di tutti i libri che ho scritto questo è quello a cui tengo di più.

Accingendomi a progettarlo avevo fatto la mia brava lista di buoni propositi: non eccedere in autobiografismo, non cedere al flusso dei ricordi (i ricordi ingannano), non cadere nel genere “anni di piombo” (essendo stato il 77 assai di più di una scatola del tempo con dentro una P38 e una confezione di proiettili), tantomeno scadere nel revival celebrativo e sentimentale. Sbagliatissimo sarebbe stato anche ridurre il vissuto collettivo a vissuto generazionale. C’erano più generazioni, all’opera, dai bimbi che nascevano, ai vecchi che se ne andavano. E tutti sono stati protagonisti, a pieno titolo, di quell’anno esemplare e unico.

Gianfranco Manfredi secondo Arnoldo Foà

Dovevo aprirmi al punto di vista degli altri, percorrere con loro sentieri che io non avevo esplorato, rifuggendo però come la peste le rievocazioni zeppe di aneddoti ricostruiti ad arte, di sfoghi postumi, di rancori, di glorificazioni di fulgide imprese a gestione familiare e/o di gruppo… insomma il peggio. Il tempo trascorso mi consentiva uno sguardo più distaccato, oggettivo, storico e più d’insieme!

Mentre accumulavo materiale, studiavo e prendevo appunti, passando da un argomento all’altro sentivo crollare le compartimentazioni di comodo e tornavo a immergermi nel grande disordine di quell’anno.Un disordine totale, tutto e il contrario di tutto, il caos primigenio, un caos incredibilmente creativo, nel quale ogni singola particella era legata all’altra e rimandava all’altra… Un BIG BANG! Un’esplosione che si irradiava fino a noi, qui ed ora.Al di là dei miei intenti di ricostruzione storica, mi capitava di ridere, di commuovermi, di stupirmi, di arrabbiarmi e di restare orripilato. E allora, che sia BIG BANG!

Gianfranco Manfredi, è un profondo e disincantato conoscitore del mondo editoriale e forse, se ha scelto lo strumento del “crowfunding“, con “Produzioni dal basso” è anche per non avere altri vincoli che quelli che derivano dalla sua onestà intellettuale. Chi leggerà saprà.

 

 

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