Becco di ferro Non si tratta di fare l’anarchia oggi, o domani o tra dieci secoli; ma di camminare verso l’anarchia oggi, domani e sempre. (Errico Malatesta)

23 Ottobre 2024

“Stella Maris” – Antipsichiatria Antonin Artaud: “Martedì 29 ottobre presidio al tribunale di Pisa

Filed under: General — alfredo simone @ 22:09

Sono molti i volti dello Stato assassino. C’è quello che permette che lavoratrici e lavoratori perdano la vita ignorando le responsabilità dei padroni, c’è quello che copre i femminicidi, quello che uccide nelle carceri, comprese quelle minorili, negli ospedali etc. e quello che finge di non vedere gli abusi di cui è vittima chi dovrebbe al contrario essere curato. Sono molte le discariche umane attrezzate a questo scopo.

Antipsichiatria Antonin Artaud. :”DOPO GLI ABUSI E I MALTRATTAMENTI QUANTO TEMPO DOBBIAMO ASPETTARE? PISA MARTEDÌ 29 OTTOBRE PRESIDIO davanti al Tribunale alle ore 11 durante il processo per i MALTRATTAMENTI alla Stella Maris – VERITÀ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

“… Tra gli ospiti della struttura vittime degli abusi accertati all’interno del centro anche Mattia Giodani, il ventisettenne morto nel 2018 per soffocamento in seguito al blocco della glottide causato dalla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci….”

Martedì 29 ottobre ore 11 appuntamento al Tribunale di Pisa per una nuova udienza sui maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa udienza dovrebbero essere ascoltati altri testimoni della difesa.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’Appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura a novembre 2025.
Il processo per maltrattamenti va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.
Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’Appello.
I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. Nell’ultima udienza una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i “tappeti contenitivi” dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato.
Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”.
Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell’interesse di tutte/i.
Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME
MARTEDÌ 29 OTTOBRE ore 11.00 c/o il Tribunale di Pisa, Piazza della Repubblica
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara
Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità
per info:
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669
antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org.

“Di psichiatria si muore. Di psichiatria si soffre, anche duramente”.

Grazie a Osservatorio Repressione.  che ha rilanciato questo triste quanto interessante articolo del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud , un elenco dei misfatti della società criminale in cui viviamo:

“Mohamed Khaira Cisse (2003), Giacomo Zotti (2011), Riccardo Magherini (2014), Vincenzo Sapia (2014), Bruno Combetto (2014), Mauro Guerra (2015), Andrea Soldi (2015), Jefferson Jesus Garcia Tomalà (2018), Simone Di Gregorio (2023).

Morti durante l’esecuzioni di TSO.

Luigi Salvi (2005), Giuseppe Casu (2006), Renata Laghi (2008), Francesco Mastrogiovanni (2009), Paolo Agri (2018), Elena Casetto (2019), Wissem Abdel Latif (2021), Guglielmo Antonio Grassi (2021), Marco Crea (2024).

Morti legati a un letto di contenzione.

E tanti e tante altre ancora, che omettiamo solamente per motivi di spazio. Di psichiatria si muore. Di psichiatria si soffre, anche duramente.

Franco Mastrogiovanni, sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) presso l’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, morì dopo essere stato immobilizzato per 83 ore.

Dal 2005 come Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud abbiamo messo a disposizione un numero telefonico di accoglienza e ascolto. Le storie che sentiamo ogni giorno ci parlano di sofferenza, di impossibilità a aprirsi un varco tra le reti dello psicofarmaco, di controllo capillare, di ricovero coatto. Di obbligo di cura, porte chiuse, grate alle finestre, sequestro dei beni personali, limitazione e controllo delle telefonate, delle relazioni e delle abitudini. Di contenzione fisica, di elettroshock. Di abuso psichiatrico.

La psichiatria rappresenta lo specchio del fallimento di almeno trent’anni di politiche sanitarie, che hanno reso i pronto soccorsi e gli altri reparti ospedalieri sempre più simili a catene di montaggio: tempi stretti, ricette e farmaci, questi ultimi obbligatori nei reparti e in tutte le strutture psichiatriche. Sempre di più a scapito di empatia e attenzione alle relazioni.

Mentre indiscriminatamente si taglia la sanità, la Regione Toscana prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro per ampliare la già esistente REMS di Volterra, e ne apre una nuova a Empoli (2020). Tagli alla sanità ma più soldi per le REMS1 dunque, dove la figura dello psichiatra rappresenta un misto tra cura e custodia, responsabile della permanenza e della detenzione. Dove il reinserimento sociale infinito, promesso ma mai raggiunto, è legato indissolubilmente a pratiche e percorsi coercitivi, obbligatori e contenitivi.

Mattia Giordani

Mentre indiscriminatamente si taglia la sanità la Regione Toscana continua a foraggiare con milioni di euro l’anno strutture come la fondazione Stella Maris, diffusa fra Pisa e provincia: presunto fiore all’occhiello della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza; sotto processo da anni per maltrattamenti ai giovani ospiti di una delle sue strutture (tra cui l’uso di “tappeti contenitivi”). Centinaia di gravissimi episodi registrati dalle telecamere in soli tre mesi che, comunque si concluda il processo, rimarranno nelle coscienze di chi li ha subiti e delle loro famiglie. E la Regione Toscana non si è neanche degnata di costituirsi parte civile. Anzi: continua a foraggiare la fondazione come e più di prima. Qui il link all’articolo della Bottega del Barbieri sulla morte di Mattia Giordani.

Anzi: ha assegnato alla Stella Maris (nel 2021, in piena bufera processuale) la sua più alta onorificenza, il Gonfalone d’argento.

Mentre la sanità italiana tutta ha sì bisogno di più soldi, di più investimenti, di maggiore attenzione per garantire il diritto alle cure per tutti e tutte, aldilà dello status sociale ed economico, la psichiatria italiana ha bisogno di tutt’altro.

Innanzitutto di un cambio di paradigma.

Perché non è possibile che, a quasi cinquant’anni dalla legge 180 (cosiddetta Basaglia), non abbia nemmeno provato a superare il modello fondato su meccanismi e dispositivi manicomiali: obbligo di cura, isolamento, elettroshock, contenzione fisica, meccanica, farmacologica e ambientale. Perché almeno dal 1980 ha abbandonato le sperimentazioni di figure come Giorgio Antonucci e Franco Basaglia, che attuavano la chiusura dei manicomi, l’abolizione della coercizione fisica, la liberazione dei “pazienti”, il superamento della psichiatria. E ha abbracciato il paradigma bio-organicista aprendo la strada alla medicalizzazione e alla farmacologizzazione di massa. Perché si basa ancora sulla logica dell’istituzione totale e del manicomio, che si riproduce e si diffonde fino ai reparti e alle strutture.

In nessun caso la carenza di fondi, di personale e di strutture può giustificare il ricorso a pratiche violente e coercitive, né il silenzio con cui vengono accettate. Un concreto percorso di superamento delle pratiche psichiatriche passa necessariamente da uno sviluppo di una cultura non segregazionista, largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane, contrapposte ai metodi repressivi e omologanti della psichiatria.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud – per info e contatti:
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
Telefono e punto di ascolto: 335 7002669
antipsichiatriapisa@inventati.org
https://www.youtube.com/@CollettivoArtaud
www.artaudpisa.noblogs.org

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