Processo agli antifascisti per i fatti di piazza Corvetto del 2019: sentenza entro fine mese. E il sindaco Bucci, intenzionato a ricandidarsi nel 2022, ringrazia per il regalo di Natale

È iniziato a Genova, il “processo monstre” contro 50 antifascisti che il 23 maggio 2019 manifestarono contro lo spazio concesso ai fascisti di Forza Nuova per un comizio elettorale. Ovviamente la motivazione era che trattandosi di un comizio elettorale avevano diritto allo spazio, guarda caso molto piccolo tanto erano giusto una dozzina di topi di fogna, ed estremamente ben protetto dagli sbirri.  

La decisione di Bucci è in perfetta sintonia con l’ipocrisia di questo paese che si dice nato dalla Resistenza ma che ha nell’immediato dopoguerra ha provveduto ad un’amnistia per i fascisti di ogni rango – grazie a Togliatti! – e ha consentito la presenza in parlamento del fucilatore di partigiani Almirante e la sua cricca di fascisti, sotto l’insegna del Movimento Sociale Italiano, con la foglia di fico del cosiddetto”Arco costituzionale” da cui il MSI era escluso.

Che fosse una foglia di fico lo sa bene chi ricorda il governo Tambroni che venne sostenuto dai fascisti di Almirante che in cambio avrebbero voluto tenere il loro congresso a Genova, città che si era liberata dei nazi-fascisti da sola. Mal gliene incolse, però, perché la grande ed energica mobilitazione di massa in  Piazza De Ferrari del 30 giugno 1960 impedì il congresso e Tambroni dovette dimettersi.

A proposito della Strage di piazza Fontana, come riportava Repubblica in un articolo del 3 maggio 2005: “La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato l’assoluzione per i tre neofascisti accusati della strage di piazza Fontana, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni. Rigettato, dunque, il ricorso presentato dalla Procura di Milano e dalle parti civili contro il verdetto con il quale la Corte d’assise d’appello di Milano – il 12 marzo 2004 – aveva annullato le condanne all’ergastolo emesse in primo grado. Per l’effetto del rigetto dei ricorsi della Procura e delle parti civili, la seconda sezione penale ha condannato alle spese processuali gli stessi familiari delle vittime che si erano costituti parti civili. …”. Seguirono poi Piazza della Loggia, a Brescia, l’Italicus etc.

Ma tornando ai fatti di Piazza Corvetto, “… C’erano insomma una piazza ed una città intera che resistevano ad un’ingiustizia, un comizio fascista in una città medaglia d’oro alla resistenza, supportato da una strategia militare orchestrata dalle istituzioni. Per questo motivo non possiamo che stringerci intorno agli imputati e denunciare la gravità dell’operazione repressiva….”, come ebbe a scrivere il sito comunista Contropiano.

Anche Katia Bonchi, su Genova 24 scrisse qualcosa di simile: ” … Appena dietro a chi ha scelto di fronteggiare la polizia con lanci di oggetti, bastoni, biglie e petardi, tantissimi genovesi hanno tenuto la piazza nonostante il fitto lancio di lacrimogeni che a più riprese impedivano di vedere e respirare. E sono rimasti lì anche quando da via Assarotti, con Corvetto chiusa praticamente su tutti i lati, sono partite le cariche verso via Santi Giacomo e Filippo e poi nella stessa piazza Corvetto dove è stato fra l’altro ferito il giornalista Stefano Origone che stava seguendo da vicino l’arresto di un manifestante….”

Bucci e i fascisti a Genova

Il 30 novembre scorso cinque compagni sono stati assolti dall’accusa di travisamento durante i accusati di travisamento durante i disordini di piazza Corvetto, avvenuti a maggio del 2019, sono stati assolti dal tribunale di Genova dal reato di travisamento. Il due dicembre, invece, è toccato ai rimanenti imputati presentarsi davanti ai giudici che, dopo due anni e sei mesi circa, hanno deciso di sbrigare la faccenda prima delle feste, imponendo ai difensori un calendario di udienze demenziale: forse perché il  prossimo anno ci saranno le amministrative a Genova e Bucci è intenzionato a ricandidarsi?  Certo, un esito analogo anche nel nuovo processo creerebbe qualche problema di immagine a Bucci, che di quella dissennata gestione della piazza porta la pesante responsabilità insieme al questore del tempo.

In merito al processo iniziato in questi giorni Genova Antifascista ha indetto una conferenza stampa presso il CAP, Circolo dell’Autorità Portuale, in cui è stato presentato il dossier che potete scaricare dal link

controprocesso-23-maggio-2019.

I quell’occasione dopo la lettura del comunicato da parte di due compagne – una sintesi della prima parte del dossier – sono intervenuti Bruno Rossi, storico militante portuale della città ha voluto testimoniare la sua solidarietà agli imputati, e Danilo Oliva, ex dirigente sindacale e presidente del CAP. A loro volta, gli avvocati Laura Tartarini, Emmanuele Tambuscio e Alessandro Gorla, legali di alcuni imputati, hanno fatto poi il quadro di questo processo “a rotta di collo”, per citare le parole di Laura Tartarini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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