Un abbraccio solidale a compagne e compagni scesi in piazza per riaffermarlo: i tempi non sono maturi per un coordinamento unitario antifascista?

Casa Pound  è tra i partiti che si contenderanno i seggi in Parlamento (e soprattutto il potere che ne deriva e le retribuzioni). Niente da stupirsi visto che il fascista Almirante, segretario del partito fascista rinominato MSI, ha potuto  sedere nel parlamento della Repubblica nata dalla Resistenza, certo con la foglia di fico dell’Arco Costituzionale dal quale erano formalmente esclusi, ma forse Tambroni e tanti altri dopo non lo sapevano….

Avendo preso atto da tempo che quella delle elezioni è una perfida burla – una sorta di “scegli da chi farti fregare…” – la cosa non dovrebbe coinvolgermi più di tanto, ma purtroppo lo specchietto per le allodole delle elezioni attrae ancora troppe persone, compagne e compagni ma anche democratiche/democratici che continuano a credere che le cose possano cambiare attraverso il voto: forse dimenticando, o ignorando, che i partiti, tutti senza differenze se non per le modalità e i tempi, hanno fatto in modo di creare un mondo a parte in cui si può solo essere cooptati, a patto di accettare le regole del gioco; e la manfrina dei grillini non è altro che una variazione sul tema in chiave telematica.

Mi domando: o elettori, ma il fatto che ogni volta che ci sono in vista elezioni scoppia una guerra sulle modalità del voto – con l’invenzione di termini ridicoli che aumentano comunque la cortina fumogena – non vi fa venire qualche dubbio?

Comunque quello che mi conforta è che ci sono ancora tante compagne e compagni pronti a scendere in piazza contro i fascisti – non solo nelle grandi parate a cui su riducono molte, troppe, manifestazioni antifasciste – affrontando con coraggio e determinazione gli sbirri presenti in forse a difendere i fascisti, cioè i loro camerati. Purtroppo alcune/i di loro pagheranno a caro prezzo il loro coraggio, come accade sempre e come è ultimamente accaduto a Piacenza.

Mi/vi domando, perché non creare un Coordinamento delle diverse realtà antifasciste che tuteli compagne e compagni che pagano con denuncia e carcere preventivo il loro essere coerentemente antifasciste/i. Dopo la grande retata del 7 aprile 1979 questa cosa si fece, a Milano, ed ebbe un ruolo significativo, riuscendo ad essere momento di aggregazione politica, di elaborazione politica e di organizzazione di forme concrete di solidarietà con le compagne e i compagni prigioniere/i. Tantissime cose sono cambiate da allora, ma alla fine il problema è sempre lo stesso: difendersi dalla repressione. Alle nostre spalle non c’è un movimento forte, anche se tutt’altro che omogeneo, come allora, ma non è questo il problema: le battaglie si affrontano quando il nemico ti attacca non quando pensi di essere pronto. Certo, è difficile avere consapevolezza di quello che siamo e delle nostre forze,  almeno fino a quando saremo divisi sulla base di presupposti il più delle volte banali/personali/astrusi –  

Forse essere sempre stato un cane sciolto mi ha aiutato a non assimilare la logica perversa dei gruppettari per cui il nemico è chi non condivide il loro pensiero non il nemico vero. Io non ci sono mai stato e continuo a non starci. Da solo non posso fare molto di più di quanto faccio, ma confido nel fatto che tante compagne e compagni hanno saputo creare una situazione in cui l’antifascismo militante funziona da collante, per dividerci c’è sempre tempo….

Pubblico molto volentieri due articolo da Bologna, di Vag 61 e di Zeroincondotta.

Vag61: L’antifascismo è una cosa seria e Bologna è antifascista.

Non sarà facile dimenticare la straordinaria giornata di ieri, una lunga giornata di resistenza antifascista. In tanti e tante avevamo detto che non avremmo assistito con indifferenza alla provocazione dei neofascisti di Forza Nuova, al loro odio e ai loro proclami razzisti e autoritari. E così è stato. Nell’arco della giornata Bologna è stata attraversata da migliaia di antifascisti e antifasciste che con gioia e determinazione hanno dimostrato che lo slogan “fiducia nello stato non ne abbiamo, l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo” è realtà, concreta e tangibile. Se le istituzioni autorizzano i comizi di Forza Nuova, Bologna ha ribadito ancora una volta che i fascisti non li vuole.

Sin dalla mattina in tante/i abbiamo occupato piazza Galvani per impedire il loro squallido teatrino elettorale e che l’aria delle nostre strade si inquinasse con la loro presenza e i loro rigurgiti. Bologna è antifascista.

Dopo qualche ora la questura ha preferito sgomberare con violente cariche il presidio, pur di consegnare la piazza ai saluti romani e ai cori nostalgici di quelli che poi sarebbero stati poche decine di neofascisti. Ma l’avevamo detto, ieri sarebbe stata la nostra resistenza. Ancora più convinti di essere dalla parte giusta, le/gli antifascist/i hanno resistito alla violenza delle forze dell’ordine e hanno conquistato piazza Maggiore. Bologna è antifascista.

Anche qui una, due, tre, quattro ore di presidio e intanto la piazza continuava a riempirsi e a caratterizzarsi per una composizione plurale e allo stesso tempo compatta e determinata. Bologna è antifascista.

In migliaia ci siamo quindi mosse/i in corteo per dirigerci verso la piazza lasciata in mano a un manipolo di esaltati. L’immagine di una via Rizzoli gremita di antifasciste/i resterà indelebile nella mente di tanti e tante. Migliaia di volti lasciavano intendere ancora una volta un’idea chiara e semplice: i fascisti non possono parlare, né a Bologna né altrove, né in campagna elettorale né mai. Bologna è antifascista.

Giunto nei pressi di piazza Galvani il corteo non ha accettato le strade sbarrate dalle grate montate sui blindati, non si è lasciato intimorire dall’ingente spiegamento di forze dell’ordine schierato a difesa del comizio neofascista e dall’irritante frastuono dell’elicottero, ha resistito alle cariche e allo sconsiderato utilizzo di idranti e gas lacrimogeni. Ha poi attraversato le strade della città per concludere in piazza del Nettuno, vicino al sacrario dei partigiani:l’antifascismo è una cosa seria e Bologna è antifascista.

Solidarietà alle compagne/i ferite/i durante le cariche di ieri, così come alle persone arrestate dopo la manifestazione antifascista di Piacenza.

Ps. Mentre scriviamo il nostro autobus organizzato con altre realtà bolognesi per raggiungere la manifestazione nazionale #DefendAfrin a Roma è stato fermato appena superato il casello dell’autostrada. Tutte le e i partecipanti sono state perquisite, identificate e riprese in volto con la videocamera dalla polizia.  Il dispositivo di sicurezza, messo in atto contro una mobilitazione che sarà in piazza a dire un chiaro NO alla sporca guerra di Erdogan ai danni del popolo curdo, per noi è la dimostrazione della sintonia del governo italiano con le pratiche autoritarie e fasciste proprie del governo turco. Biji Rojava!

Vag61 – Spazio libero autogestito

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Zeroincondotta
Editoriale / Semplici appunti sulla giornata di ieri
Di idranti e cortei che non si sono fatti disperdere, di antifascisti non istituzionali “uguali ai fascisti” e di “boia chi molla” in p.Galvani

. La partecipata e determinata mobilitazione contro Fn ha tanto da dire.

17 febbraio 2018 – 15:16
Quello che è successo ieri lo abbiamo raccontato e documentato per tutta la giornata. In estrema sintesi, da mattina a sera gli antifascisti di Bologna hanno dato un gran filo da torcere a chi pensava che un comizio dei neofascisti di Forza nuova, per altro a pochi giorni dai fatti di Macerata, potesse normalmente svolgersi nel pieno centro città. Oggi, a caldo, proponiamo alcuni brevi appunti.

 

Appunto 1 – Ieri è stata una grande giornata di lotta antifascista.

Appunto 2 – Contro gli antifascisti la Questura ha messo in campo: reti metalliche, elicottero, idranti, lacrimogenti, blindati, centinaia di agenti, cariche molto dure. Gli idranti, dicono i compagni più esperti, non si erano visti in azione a Bologna da qualche decennio a questa parte. Neanche nel 1977. Tutto questo mica per tutelare “i grandi della Terra”. No, tutto questo per far parlare davanti a quattro fascisti Roberto Fiore. Ro-ber-to-fio-re. No, davvero: Ro-ber-to-fio-re.

Appunto 3 – Nonostante tanti sforzi, ieri mattina gli antifascisti hanno fatto 1-0 occupando piazza Galvani, mentre in Questura e Prefettura erano tutti concentrati a preparare i piani di battaglia per la sera. Brucia, eh?

Appunto 4 – Sì, bruciava, perchè poco dopo una tranquilla piazza antifascista è stata caricata a freddo. Ma non dispersa. Il bruciore quindi dev’essere aumentato, visto che la polizia ha caricato senza motivo di nuovo in via Farini (già che c’erano, picchiando anche una giornalista che stava riprendendo le cariche).

Appunto 5 – Come già dicevamo, contro il corteo serale la Questura ha inaugurato l’uso degli idranti. In altri contesti li abbiamo visti usare per tenere a distanza e tentare di disperdere i manifestanti. Ma usare gli idranti e un secondo dopo far partire una profonda carica, è solo un’inutile prova di forza. Avete scartato il giocattolino nuovo? Contenti voi. Di cortei sotto la pioggia se ne fanno di continuo, ci si asciuga anche se a bagnare sono gli idranti. Peccato per lo spreco d’acqua.

Appunto 6 – A inizio giornata, gli antifascisti hanno anche protestato durante il Consiglio comunale esponendo uno striscione. Ogni tanto lo fa pure la Cisl, per dire. Stavolta, però, i vigili urbani sono rapidamente intervenuti per strappare di forza lo striscione ai manifestanti. I quali hanno cercato di non farselo sottrarre, tirando dalla loro parte. Ci sono i video. A fine giornata, il Comune ha fatto sapere che due vigili hanno riportato svariati giorni di prognosi e il sindaco Merola ha detto che gli agenti sono stati “aggrediti”. Eh?

Appunto 7 – A cominciare proprio dall’episodio del Consiglio comunale, qualche esponente del Pd si è affrettato a ripescare un grande classico che non va mai fuori moda: gli antifascisti non istituzionali “sono fascisti come i fascisti”. Alè. E’ lo stesso Pd che ultimamente si è accorto del pericolo fascismo e “si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”, direbbe Faber. Ma proprio non ci arrivano. Continuando a dire che l’antifascismo (non a chiacchiere) e il fascismo sono la stessa cosa, si fa un gran favore al fascismo. Perchè lo si svuota di significato storico, lo si banalizza anche rispetto alle sue attuali forme, lo si equipara tour court ai “metodi violenti” (pro memoria: stiamo sempre parlando di uno striscione, eh) quando invece è molto di più e molto di peggio. E poi, su, che il servizio d’ordine del Pci che tanto vi piaceva non ci andava tanto per il sottile…

Appunto 8 – Durante la protesta in aula, alcune consigliere comunali di maggioranza hanno cominciato a cantare “Bella ciao” per rispondere ai contestatori. Tranquille: di fronte a uno striscione le partigiane e i partigiani non si sarebbero agitate/i più di tanto. Avevano altro da fare.

Appunto 9 – C’è un dato di fatto con cui i “sinceri democratici” dovrebbero fare un minimo i conti. E’ forse il dato più semplice da vedere di tutta la giornata. Al presidio convocato dall’Anpi in piazza Nettuno a cui aderivano le principali organizzazioni cittadine (Pd, Cgil, Cisl, Uil e via così) c’erano molte meno persone di quante hanno partecipato al corteo radicale di centri sociali, collettivi e altre associazioni. E va detto che c’è anche chi da piazza Nettuno (anche a presidio ancora in corso) si è spostato in piazza Maggiore. Da questo non si scappa.

Appunto 10 – La stampa ha dato conto del fatto che il Comune aveva proposto di spostare il comizio di Forza nuova in un contesto più periferico. Fiore ha invece parlato in piazza Galvani perchè la Questura non ha accettato. Possiamo anche dare atto al Comune di averci provato. Bene, ma allora tanto vale dirsi serenamente che a Bologna questa amministrazione comunale conta quanto il due di coppe quando a briscola comandano bastoni (o manganelli, se preferite).

Appunto 11 – Ieri sera, l’home page di Repubblica Bologna per un po’ di tempo (vedi foto in questa pagina) ha titolato “La politica carica i centri sociali”. Niente da aggiungere.

Appunto 12 – L’amministrazione aveva dichiarato che “non saranno tollerati gesti di stampo fascista” da parte di Forza nuova. Sarà, ma intanto (come documenta anche il video che pubblichiamo in questa pagina) gli slogan “Boia chi molla” in piazza Galvani si sono sprecati. E non sono mancati i saluti romani. Anzi, nel momento in cui la polizia ha azionato gli idranti contro gli antifascisti, ai militanti di Forza nuova è stata data la possibilità di avvicinarsi alle grate metalliche e stendere il braccio anche lì. Tutto normale?

Appunto 13 – Incredibile ma vero: quelli di Forza nuova hanno avuto perfino il coraggio di cantare “Dove sono gli antifascisti?”. Ah, è semplice: riempivano le strade di Bologna costringendo i coraggiosi camerati ad applaudirsi l’uno con l’altro in una piazza deserta, circondati e difesi da grate metalliche e forze dell’ordine. Ecco dove erano gli antifascisti. E dove saranno, anche la prossima volta.

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(venerdì 16 febbraio 2018)

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