Storiastoriepn.it: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1925)

Capita spesso, fortunatamente, di girare in rete e imbattersi in siti decisamente molto interessanti. Uno di questi è quello che vi propongo oggi – storiastoriepn  (del Friuli Occidentale). Convinto come sono che si debba avere grande attenzione verso la cultura che viene dal basso, vi invito a visitarlo e ad iscrivervi alla loro newsletter.

Così si presentano: “Abitare in provincia vuol dire molte cose.
Ad esempio abituarsi a vivere con invidia il clima vivace delle metropoli, essere lontani dai centri dell’accademia e dell’editoria, doversi sobbarcare lunghi percorsi per raggiungere luoghi e persone ogni volta se ne abbia desiderio o necessità.
Ma significa pure essere luogo per meditare e sperimentare percorsi inconsueti, nicchia di innovazione, stili di vita e di lavoro originali.
Vivendo in un luogo che è stato (ma lo è ancora: il tempo non è così rapido nel cancellare le tracce, che storici ed archeologi finiscono per ritrovare, prima o poi) una piccola Manchester, il centro dell’elettrodomestico europeo, lo studio del punk italiano, il parcheggio iniziale del movimento per i diritti civili delle prostitute, la patria di alcuni “poeti alcoolizzati” (come li definì un giovane gioielliere, di cui nessuno ricorda più il nome, mentre Mauro Corona e Federico Tavan diverranno famosi), la sede della più grande cooperativa di “matti” del mondo e della principale piattaforma bellica del Mediterraneo, ed altre cose ancora, non può stupire la grande fioritura di iniziative di ricerca e divulgazione storica della provincia di Pordenone.
E’ per questo che siamo nati, come “Lastorialestorie”. Partendo da un bisogno di vari ricercatori e da un’esigenza (forse) collettiva: cercare di comunicare il senso del proprio lavoro. Mettendo in comune esigenze e sensibilità diverse: quelle di chi studia i movimenti della classi subalterne e di chi privilegia le tracce della civiltà materiale; di chi si concentra su studi settoriali e di chi lavora sulla storia locale; di chi indica le lacune nella ricostruzione delle biografie delle classi dirigenti e di chi preferisce dedicarsi alla vita quotidiana. A volte già ora lavorando su piani trasversali o sugli stessi argomenti, magari senza conoscersi. (Qui la presentazione integrale).

A scrivere la lettera è Teresa Degan  “la giovane sportiva, la donna d’azione, la partigiana, l’operaia e l’intellettuale poliedrica, la giurista e la storica, la dirigente politica, sindacale e scolastica – è stata veramente una protagonista a tutto tondo ed una custode della memoria di ben di più di un secolo della nostra storia collettiva” come si legge nell’articolo che potete leggere cliccando qui.

Così scrive, a proposito della vicenda di cui alla lettera di Teresa Degan, scrive Gian Luigi Bettoli: “Il 9 febbraio 1992 il presidente della repubblica Francesco Cossiga visita Pordenone. “presidente della repubblica” con la minuscola, come merita essere citato il vecchio specialista in spionaggi e trame antidemocratiche, che terminò la sua legislatura con un crescendo di provocazioni.

Quel giorno ad attenderlo c’erano varie manifestazioni di contestazione: ad esempio i pacifisti e gli obiettori di coscienza pordenonesi, che intendevano manifestare la loro protesta contro il blocco della nuova legge votata dal Parlamento per estendere il diritto all’obiezione di coscienza, fermata (per sempre) dal rifiuto presidenziale di apporvi la firma. Il vecchio complottardo non si smentiva; quanto al Parlamento, non ne fece più nulla, e di lì a poco – iniziata la “seconda repubblica” ormai non più legata al patto antifascista – si orientò verso l’esercito professionale: quello che da quel tempo è impegnato in innumerevoli missioni neocoloniali, accettate in silenzio grazie alle paghe principesche dei “volontari”.

I pacifisti non fecero in tempo a mettere in scena il programma di teatro di strada che avevano preparato per “festeggiare” il presidente militarista: furono anticipati dagli anarchici, più veloci nel lanciare i loro slogans. La polizia, con la bestialità degli agenti del reparto celere (anche qui la minuscola è d’obbligo: come altrimenti definire gruppi di persone pagate per degradarsi nel ruolo di rissaioli, usi a manganellare chiunque si trovi sul loro percorso, non importa se ultras calcistici, operai disoccupati o giovani studenti?), iniziò il suo sporco lavoro. Ne fece le spese un ormai anziano ex comandante partigiano ed esponente politico storico della sinistra pordenonese, che volle frapporsi fisicamente e si ritrovò il capo aperto a manganellate. Per fortuna la testa dura resse complessivamente bene all’insulto: laddove non c’erano riusciti i nazifascisti in carcere ed in un anno di lotta antipartigiana, non potevano certo avere successo i rissaioli sbarbatelli in divisa.

Teresina Degan scrisse in quei giorni all’antico compagno di lotte una lettera, che ora è riemersa da un lembo del suo archivio personale, conservato dalla cugina Rita Da Corte. E’ opportuno pubblicarla perché, in una sola pagina, la storica del movimento operaio pordenonese riesce a sintetizzare la presenza dei reparti celeri – solitamente quello padovano – a Pordenone nella seconda metà del Novecento. Lo stile non è acqua, e la concisione è virtù solo dei (delle) grandi firme. Ringrazio Rita Da Corte e Paolo Rossi per avermi donato questo ed altri documenti.

Ancora dal sito: “L’11 maggio 2007 la sede Rai di Trieste ha realizzato una edizione speciale del programma radiofonico “A più voci” –  coordinata dalla giornalista Biancastella Zanini e dalla regista Marina Devescovi – dedicata all’86esimo anniversario delle “Barricate antifasciste di Torre” dell’11 maggio 1921.

Speciale: sia perché realizzata presso la Casa del Popolo di Torre di Pordenone invece che presso gli studi di Trieste; sia perché la trasmissione, per una fortunata coincidenza, durò oltre la consueta conclusione meridiana, per prolungarsi nel pomeriggio, fornendo così un’eccezionale occasione di raccogliere le testimonianze di protagoniste/i e studiose/i.

Grazie all’autrice del programma, che ce ne ha fornito copia e che ringraziamo, possiamo ora mettere a disposizione tutta la registrazione, proprio in coincidenza con il 96esimo anniversario delle Barricate.

Le persone intervistate dalla Rai sono: Gian Luigi Bettoli, Mario Bettoli, Rita Da Corte, Teresina Degan, Leonia De Marchi, Giacomo Furlan, Diego Grizzo, Giacomo Grizzo, Valentino Grizzo, Luigi Pagotto, Enzo Pagura, Dante Vivan. Oltre a Biancastella Zanini e a Marina Devescovi, hanno contribuito alla realizzazione del programma i tecnici RAI Giuliano Salvi e Paolo Angiolini.

La seconda parte dell’intervista è all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=mIhnCBFks_A. ”

Per non dilungarmi oltre, banalizzando di fatto l’invito a visitare il sito e rischiando di non rendere giustizia all’enorme lavoro svolto in assoluta autonomia e volontariato, chiudo pubblicando l’elenco delle sezioni del sito…

METODI & FONTI
Didattica, metodologia, archivistica, biblioteconomia

TESTI & CONTESTI
Pubblicazioni, ricerche e documenti in pubblicazione originale, ma non esclusiva.

STORIA CONTEMPORANEA
Dove siamo immersi, a volte travolti

STORIE NON CONTEMPORANEE
Tempi e metodi delle storie antica, medievale e moderna, tra archeologia, histoire bataille e cultural studies.

STORIA ECONOMICA
L’hard core della storia…

STORIA DELL’ARTE
Arti visive e plastiche, poesia e letteratura, grafica, architettura, critica e storiografia delle arti.

STORIA/DONNE
Restituire le donne alla storia, restituire la storia alle donne soggetti di una storia che “è” in quanto altre donne hanno provveduto a ”raccontarla”.

Immagine dall’archivio della prof. Teresina Degan: lei stessa parla al comizio di protesta per la strage di Portella delle Ginestre, 2 maggio 1947, in Piazza XX Settembre a Pordenone.

ANTI/FASCISMO E RESISTENZA
Fascismo particolarità storica italiana. Resistenza, evento fondante della contemporaneità italiana.

MOVIMENTO OPERAIO
Socialità, condizioni di vita, mentalità e professionalità, ma anche sindacati e partiti, cooperative e case del popolo, e tanto altro ancora.

EMIGRAZIONE
Il Friuli Venezia Giulia, regione apolide, densa di contraddizioni tra radicamento identitario ed identità transnazionale.

BIOGRAFIE
Biografie, commemorazioni, ricordi.

WELFARE
Gli inizi e la storia di un sistema in profonda modificazione anche in FVG.

GEOGRAFIA E DINTORNI
Descrizione del territorio: geografia, topografia, archeologia. Ed i suoi usi: alpinismo, speleologia, sport & escursionismo…

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DIBATTITO
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